"Si impossessa di un Rolex da 75mila euro"

Un napoletano è finito a processo con l’accusa di aver truffato un treiese. Incastrato grazie alla tenacia dei carabinieri

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di Paola Pagnanelli

Una raffinata truffa, per impossessarsi di un Rolex del valore di 75mila euro. Di questo è accusato un campano, dopo l’indagine accurata condotta dai carabinieri di Treia. Il fatto sarebbe successo a settembre 2018. Un treiese aveva messo in vendita un Rolex Daytona sul sito internet subito.it e aveva pubblicato un annuncio. Era stato contattato da un soggetto, che aveva detto di chiamarsi Silvio Gallo e aveva avviato le trattative, inviando anche via WhatsApp la foto di un assegno da 75mila euro. Poi i due si erano incontrati ed erano andati insieme in banca con l’assegno. Per accertarne la validità, la cassiera aveva chiamato chi lo aveva emesso, la Deutsche Bank di Napoli: aveva risposto una voce, che aveva fornito i dati del cliente e garantito sulla validità del titolo. Così il treiese aveva preso l’assegno e consegnato il Rolex. Ma quando poi aveva provato a incassare i soldi, era venuto fuori che quel titolo era falso: era stata tutta una truffa, e non c’era stato altro da fare che rivolgersi ai carabinieri. Come raccontato ieri dal maresciallo Paolo Caldarola, la truffa era sembrata molto simile a un caso di cui avevano parlato in televisione: i malviventi, per un breve lasso di tempo necessario al raggiro, si attaccavano alla centralina telefonica della banca, e qualsiasi chiamata partita dalla filiale era intercettata da loro. In questo caso, alla banca treiese non avrebbe risposto la Deutsche Bank di Napoli, ma un complice, preparato a far credere che fosse tutto in regola. Ma come risalire al responsabile? In mano, il maresciallo aveva solo il viso dell’uomo ripreso dalle telecamere della filiale, e un numero di telefono che era risultato intestato a uno straniero ignaro di tutto. Il comandante della stazione però non si è arreso, e di tanto in tanto andava a controllare, tramite la banca dati dell’Arma, se quel numero comparisse in qualche altra denuncia per truffa. E la tenacia lo aveva portato, qualche tempo dopo, a una vicenda simile accaduta a Milano, dove però il presunto autore era stato individuato: si trattava di Giovanni Marigliano, napoletano di 37 anni. Il maresciallo si era fatto inviare dai colleghi la foto del soggetto e l’aveva confrontata con quello arrivato a Treia per il Rolex, e dopo questa ulteriore conferma il campano è stato accusato della truffa al treiese. L’altro giorno per lui si è tenuto il processo, davanti al giudice Vittoria Lupi in tribunale a Macerata. Dopo aver sentito il maresciallo Caldarola e la direttrice di banca, l’udienza è stata rinviata a giugno per la sentenza. Il treiese vittima del raggiro è parte civile con l’avvocato Paolo Carnevali.