"Siamo al lavoro per snellire le liste d’attesa"

Un anno per una risonanza, Saltamartini: "Inammissibile, gli operatori devono prendere in carico subito i casi"

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"Stiamo lavorando senza sosta per ridurre le liste d’attesa. Bisogna tenere conto che c’è un arretrato molto rilevante, si fa il massimo e sempre di più si farà. Per quanto riguarda la risposta che ha avuto quel signore di Macerata, è chiaro che non va bene. Chi riceve la richiesta di un appuntamento, che sia al telefono o di persona, deve prendere in carico la persona e dargli una data, ho diffuso una direttiva chiara e chi non la rispetta commeta un illecito disciplinare. Saremo severi nel controllare per assicurarci che tutto si svolga regolarmente".

L’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini interviene in merito al caso di Piergiorgio Gualtieri, 74 anni, che doveva prendere l’appuntamento per una risonanza magnetica alla testa: dapprima, con la ricetta senza priorità, si era sentito dire che la prima data utile sarebbe stata il 23 settembre 2023 (quasi un anno esatto di attesa), poi con la ricetta con priorità D si è sentito proporre, al distretto sanitario di Santa Croce a Macerata, di presentarsi ogni mattina alle 8.30 all’ospedale sperando che si liberasse un buco.

"Questo atteggiamento non corrisponde alla direttiva impartita dai miei uffici – spiega Saltamartini – che è chiarissima: la persona va presa in carico. Se, ad esempio, la ricetta ha priorità di 10 giorni, entro 5 giorni l’operatore deve prendere in carico la richiesta e comunicare quando viene fissato l’appuntamento". Dire che così facendo la Regione fa di tutto per indirizzare le persone alla sanità privata (Gualtieri aveva ringraziato ironicamente il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore Saltamartini) "è una cosa priva di senso – incalza Saltamartini –, non è vero che privatizziamo, non privatizziamo nulla, anzi facciamo di tutto per permettere a tutti di curarsi gratuitamente. I medici possono fare ore in più. Se, mettiamo, nel normale orario un medico riesce a fare 100 esami, nelle ore extra ne farà altri che gli verranno retribuiti per le prestazioni aggiuntive. In questo modo riusciamo a snellire parecchio le liste di attesa, dove l’arretrato è enorme perché per due anni la gente non è andata in ospedale per paura. Prima le prestazioni del Cup garantite erano al 50 per cento, ora siamo al 75 per cento".

c. g.