REDAZIONE MACERATA

"Siamo arrivati con spiriti e aspettative differenti per metterci in gioco"

Gruppo di 30 ragazzi e ragazze della Diocesi di Fermo partecipano alla Gmg a Lisbona. Condividono storie, vivono emozioni forti e scoprono che Dio lavora sempre nella vita delle persone, anche in un contesto caotico e colorato.

"Siamo arrivati con spiriti e aspettative differenti per metterci in gioco"

"Corridonia è qui!": così recita una delle tante bandiere esposte, con il sorriso stampato sui volti, dai ragazzi e ragazze appartenenti all’Azione Cattolica, Movimento dei Focolari e gruppo Scout che stanno vivendo l’esperienza della Gmg a Lisbona. Ad accompagnarli ci sono Maria Chiara Ruggeri e Don Francesco Capriotti, i quali hanno condiviso insieme ai ’loro’ giovani una strada iniziata dalla chiesa di San Tommaso Canterbury a Fermo, continuata in un volo aereo da Roma a Madrid, e approdata in terra portoghese via pullman.

Maria Chiara Ruggeri, che aria si respira a Lisbona?

"Una grande aria di festa, allegria diffusa, tutto arricchito dalla tanta voglia di incontrarsi e condividere storie".

Don Capriotti, in quanti e con che spirito avete affrontato il viaggio?

"Tra Corridonia e Petriolo, siamo arrivati in Portogallo con un gruppo di circa 30 persone, partitd insieme ad altri 133 della diocesi di Fermo alla quale appartengono le nostre parrocchie. Ognuno di noi si è imbarcato in questa avventura con aspettative e spirito differenti, ma allo stesso tempo tutti desiderosi di mettersi in gioco e accogliere i doni del Signore".

Qual è il momento vissuto finora che vi è rimasto del cuore?

"Dobbiamo distinguere - risponde Maria Chiara Ruggeri - ruoli ed esperienze che ci portiamo dietro. Il ’don’ la vive da ’don’, mentre io come giovane che partecipa da responsabile dei ragazzi, perché ogni cosa della Gmg è bella. Personalmente gli attimi che più mi hanno colpito sono stati quelli delle catechesi e condivisioni di gruppo, svolti insieme alle altre diocesi italiane prima dei momenti comunitari con il Papa. Sono esperienze toccanti dove si incontrano storie ed anche fragilità di altre persone".

E lei Don Francesco?

"Come sacerdote alla prima esperienza in Gmg, ho vissuto il fatto di aver concelebrato una funzione, come la messa inziale del mercoledì, davanti ad un milione di persone. Emozioni forti e particolari, considerando che non gli era mai capitata una celebrazione in una manifestazione così grande".

Maria Chiara, tante culture e ragazzi da tutto il mondo, come avete vissuto quest’esperienza?

"È vero, culture e realtà diverse a volte possono sembrare opposte, ma ognuno di noi ha avuto la certezza e cognizione di essere qui per un unico motivo".

Don Francesco, cosa riporterete in Italia?

"La consapevolezza che Dio lavora sempre nella vita della persone anche in un contesto così caotico e colorato"