"Siamo l’alternativa alla vecchia politica"

Roberto Mancini presenta la squadra di "Dipende da noi" con l’ex governatore D’Ambrosio. In lista anche Giorgini e Pagnanelli.

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di Annalisa Appignanesi

"È una squadra di persone impegnate nel volontariato, nella conoscenza, nella ricerca e anche nell’agricoltura biologica, che è un altro modo di fare economia. Persone che fanno politica per passione e non la intendono come un mestiere". Il candidato di "Dipende da noi", Roberto Mancini, ha presentato così i gli aspiranti consiglieri in corsa per le elezioni regionali. Ad affiancarlo, nel tenere a battesimo la squadra di trenta candidati, ieri mattina ad Ancona, c’era anche l’ex governatore e magistrato Vito D’Ambrosio. Partecipazione organizzata, ascolto, ricerca avanzata, progettazione ed etica sono i pilastri della compagine politica, che punta a essere discontinua rispetto alla proposta del centrosinistra di Mangialardi. Un movimento definito da Mancini come "sinistra etica, perché inclusivo, nel senso che nessuno deve essere escluso, che mira alla costruzione della convivenza". Tra i punti programmatici cari a "Dipende da noi", c’è la necessità di ripensare alla sanità con un netto cambio di passo anche sul fronte della ricostruzione. "Votare per noi significa non disperdere il voto, è iniziare un metodo nuovo nel fare politica, quello della partecipazione e della cura del bene comune", ha osservato Mancini, respingendo al mittente gli appelli a non disperdere i voti. Al centrosinistra "avevamo chiesto discontinuità", ha spiegato il candidato governatore, un cambio di passo rispetto a Ceriscioli, che però non è arrivato: da lì la decisione di correre da soli. Se un civico come "Longhi poteva essere una possibilità seria per realizzare una candidatura unitaria", il candidato Pd, Maurizio Mangialardi, "è in totale continuità con Ceriscioli". Il voto alla lista "è per costruire un’alternativa positiva", ha detto. D’Ambrosio è andato all’affondo sulla sanità, e parlando dell’emergenza Covid, ha rimarcato che la provincia di Pesaro e Urbino è stata colpita "alla pari di quella di Brescia". La Regione, riproducendo il modello lombardo, ha centralizzato la gestione dei malati negli ospedali, rendendo queste strutture "bombe a orologeria". Poi la stoccata sul Covid hospital di Civitanova, del quale "non è stato mai ufficializzato il costo" e sulla scelta di Ceriscioli di tenere per sé la delega alla sanità, "un errore colossale" per la complessità di gestire una regione e le sue dinamiche sanitarie "a meno di non essere Nembo Kid o Superman". In corsa nel collegio di Ancona ci sono: Lucia Albanesi (insegnante), Andrea Antolini (regista), Mauro Borioni (medico), Paolo Campanelli (dipendente pubblico), Giuseppe Ciarrocchi (ex segretario regionale Fiom Marche), Lara Polita (impiegata), Maria Letizia Ruello (ricercatrice universitaria), Emanuela Sbriscia (medico). Nel Maceratese, Elisabetta Giorgini (nazionale di pattinaggio), Katiuscia Merlini (insegnante), Antonio Pagnanelli (presidente Italia Nostra), Barbara Salcocci (impiegata), Matteo Simoni (dipendente precario), Fabio Taffetani (docente di botanica UnivPm). Nel collegio di Ascoli ci sono Paola Cantalamessa (insegnante), Francesco Corradetti (medico), Fabrizio Leone (docente), Paola Maria Petrucci (consulente). A Fermo Fabio Bernardini (infermiere), Luisella Pieroni (operatrice sociale), Stefano Ricci (ex dirigente regionale), Gelsomina (Mina) Vinicione (ex dirigente scolastica). A Pesaro-Urbino Genni Ceresani(antropologa), Massimo D’Agnillo (architetto), Maria Giovanna Depau, (bracciante agricola), Corrado Filippini (operaio in pensione), Vittorio Ondedei (educatore, musicista, scrittore), Alessandro Panaroni (docente) e Laura Testasecca (graphic designer).