di Lucia Gentili "Speriamo che la Regione ci ripensi e corra ai ripari inserendo anche il Maceratese, o per lo meno l’Alta Valle del Nera, nella richiesta dello stato di emergenza. Serve lungimiranza: se in montagna non vengono realizzati interventi strutturali e definitivi per la captazione della risorsa idrica e l’approvvigionamento, la carenza di acqua fra qualche anno si farà sentire in tutta la provincia, città principali incluse". E’ l’appello dell’allevatrice di Ussita Silvia Bonomi (nella foto), titolare dell’azienda agricola "La Sopravissana dei Sibillini" (conta circa 200 pecore). Sempre in prima linea, la Bonomi specifica che il problema non è solo la siccità del periodo estivo, effetto dei cambiamenti climatici. "Bisognerebbe agire con interventi di captazione e opere di presa perché sotto il terreno l’acqua c’è", spiega l’allevatrice. L’altro ieri, in seguito all’incontro tra il Comitato tecnico regionale e l’osservatorio del distretto dell’Appennino centrale, l’assessore all’ambiente Stefano Aguzzi ha spiegato che si stanno predisponendo gli atti per richiedere lo stato di emergenza per le sole province di Pesaro e Ascoli Piceno. "Valuteremo le condizioni anche per quella di Macerata, ma credo che sarà più difficile. E’ meno probabile", aveva detto Aguzzi. Quindi Bonomi auspica ci sia ancora una minima speranza affinché cambi idea. La Regione quest’anno ha inviato un’autobotte a Visso, a disposizione anche dei Comuni limitrofi, come Ussita; ma, a differenza del 2021, non ha messo a disposizione gli autisti. "Il Comune di Ussita si è impegnato per trovare una soluzione alla problematica dell’acqua nel post sisma, con opere e manodopera – continua l’allevatrice –. Ha un’autobotte di proprietà. Ma nei piccoli Comuni gli operai sono limitati e non è semplice destinarli a fare gli autisti. Senza considerare i costi del gasolio. Ecco perché sarebbero necessari interventi strutturali che risolvano la problematica una volta per sempre. Grazie anche al lavoro che facciamo noi allevatori con i pascoli, l’acqua permea nel terreno. Ma se non si interviene subito, il rischio è che tra non molti anni mancherà l’acqua anche nelle case delle città della provincia. La nostra non è rabbia, solo avvilimento. Speriamo che la dignità del popolo terremotato abbia ascolto. Intanto noi in questi giorni ci attrezziamo con cisterne montate su trattori e pick-up che fanno su e giù per prendere l’acqua dalle aziende agricole e portarla in quota. Per questa "transumanza", spendo quattro volte tanto di quello che spenderei a fondo valle in inverno".

Cronaca

di Lucia Gentili
"Speriamo che la Regione ci ripensi e corra ai ripari inserendo anche il Maceratese, o per lo meno l’Alta Valle del Nera, nella richiesta dello stato di emergenza. Serve lungimiranza: se in montagna non vengono realizzati interventi strutturali e definitivi per la captazione della risorsa idrica e l’approvvigionamento, la carenza di acqua fra qualche anno si farà sentire in tutta la provincia, città principali incluse". E’ l’appello dell’allevatrice di Ussita Silvia Bonomi (nella foto), titolare dell’azienda agricola "La Sopravissana dei Sibillini" (conta circa 200 pecore). Sempre in prima linea, la Bonomi specifica che il problema non è solo la siccità del periodo estivo, effetto dei cambiamenti climatici. "Bisognerebbe agire con interventi di captazione e opere di presa perché sotto il terreno l’acqua c’è", spiega l’allevatrice. L’altro ieri, in seguito all’incontro tra il Comitato tecnico regionale e l’osservatorio del distretto dell’Appennino centrale, l’assessore all’ambiente Stefano Aguzzi ha spiegato che si stanno predisponendo gli atti per richiedere lo stato di emergenza per le sole province di Pesaro e Ascoli Piceno. "Valuteremo le condizioni anche per quella di Macerata, ma credo che sarà più difficile. E’ meno probabile", aveva detto Aguzzi. Quindi Bonomi auspica ci sia ancora una minima speranza affinché cambi idea. La Regione quest’anno ha inviato un’autobotte a Visso, a disposizione anche dei Comuni limitrofi, come Ussita; ma, a differenza del 2021, non ha messo a disposizione gli autisti. "Il Comune di Ussita si è impegnato per trovare una soluzione alla problematica dell’acqua nel post sisma, con opere e manodopera – continua l’allevatrice –. Ha un’autobotte di proprietà. Ma nei piccoli Comuni gli operai sono limitati e non è semplice destinarli a fare gli autisti. Senza considerare i costi del gasolio. Ecco perché sarebbero necessari interventi strutturali che risolvano la problematica una volta per sempre. Grazie anche al lavoro che facciamo noi allevatori con i pascoli, l’acqua permea nel terreno. Ma se non si interviene subito, il rischio è che tra non molti anni mancherà l’acqua anche nelle case delle città della provincia. La nostra non è rabbia, solo avvilimento. Speriamo che la dignità del popolo terremotato abbia ascolto. Intanto noi in questi giorni ci attrezziamo con cisterne montate su trattori e pick-up che fanno su e giù per prendere l’acqua dalle aziende agricole e portarla in quota. Per questa "transumanza", spendo quattro volte tanto di quello che spenderei a fondo valle in inverno".

"Siccità, serve lo stato d’emergenza"    

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