Monte Cavallo, sindaco indagato. Vive nella casa inagibile per il terremoto

Pietro Cecoli si difende: "Nel container faceva troppo freddo"

Monte Cavallo, indagato il sindaco Pietro Cecoli: viveva nella casa inagibile (Calavita)

Monte Cavallo, indagato il sindaco Pietro Cecoli: viveva nella casa inagibile (Calavita)

Monte Cavallo (Macerata), 25 febbraio 2019 - Sindaco terremotato (e sfollato) sorpreso a vivere nella casa dichiarata inagibile da una sua stessa ordinanza: adesso risulta indagato dalla Procura di Macerata per indebita percezione del contributo di autonoma sistemazione (Cas) e per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (la sua ordinanza). Nel mirino dei controlli della guardia di finanza di Camerino, su delega del procuratore capo Giovanni Giorgio (in seguito alla segnalazione arrivata in Procura da un residente), è finito il sindaco di Monte Cavallo, Pietro Cecoli, da molti anni nell’amministrazione del piccolo Comune montano terremotato.

Il primo cittadino, per sua stessa ammissione, ha posizionato un container vicino alla casa inagibile per il sisma, dove avrebbe vissuto per la maggiorparte del tempo con la moglie. Ma nelle giornate invernali più fredde, a causa delle basse temperature e della neve che non avrebbero garantito una vita dignitosa nel container, Cecoli ha deciso di rifugiarsi nella sua abitazione, seppure proprio lui, con un’ordinanza, ne avesse dichiarato l’inagibilità e vietate dunque l’utilizzo. Questa situazione ha portato un residente di Monte Cavallo a segnalare quanto stava accadendo, facendo così scattare i controlli della Finanza, che hanno confermato il comportamento di Cecoli. Il sindaco ha anche deciso di sospendere l’erogazione del contributo di autonoma sistemazione a suo beneficio, a partire dal mese di dicembre, in attesa che le indagini facciano chiarezza. E adesso si attende la decisione del procuratore di Macerata.

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Sindaco Cecoli, è vero che ha continuato ad abitare nella sua casa inagibile?

«Sì, è vero – ammette il primo cittadino di Monte Cavallo –. Ho vissuto nella casa inagibile, ma soltanto nei periodi in cui faceva troppo freddo per restare nel container. Dopo il terremoto, ho vissuto insieme a mia moglie negli alberghi convenzionati, per il primo periodo ad Alba Adriatica, facendo su e giù tutti i giorni per non abbandonare il Comune in quel momento di difficoltà, nonostante alcuni problemi di salute mi impedivano di guidare. Poi mi sono spostato a Civitanova. Quindi ho deciso di posizionare un container non lontano dalla mia abitazione inagibile e di tornare a vivere qui a Monte Cavallo, per portare avanti l’impegno e stare vicino ai miei concittadini».

Perché ha deciso di trascorrere dei periodi all’interno dell’abitazione, seppure danneggiata?

«So di avere contravvenuto all’ordinanza di inagibilità che ho firmato io stesso, ma nel container è difficile restare nei periodi più rigidi dell’inverno, con le temperature sotto zero e la neve. Così abbiamo deciso di abitare per qualche tempo nella nostra casa, seppure dichiarata inagibile. Non posso negarlo, è vero, ma non penso di avere fatto del male a qualcuno. Ho vissuto nell’abitazione inagibile, piuttosto che morire di freddo».

Poi qualcuno si è accorto della situazione?

«È successo che un compaesano, qualcuno che mai si è impegnato per il bene della comunità, ha voluto segnalare questa situazione alle autorità competenti e ci sono stati dei controlli da parte della guardia di finanza. Ora tutto dipenderà dai magistrati. Io, come ripeto, non nego di avere vissuto per dei periodi dentro all’abitazione dichiarata inagibile. È in corso il progetto di ricostruzione e a breve si dovrebbe approvare una integrazione. È danneggiata, però voglio anche sottolineare che non è a rischio di crollo, e non ho messo in pericolo me stesso o mia moglie. Vediamo come deciderà di procedere la Procura».

Lei, nel frattempo, ha continuato a percepire il contributo di autonoma sistemazione?

«Sì certo, come tutte le persone che hanno avuto la casa inagibile e non hanno chiesto una soluzione abitativa di emergenza. Poi, quando è venuta fuori questa storia e il fatto che ci fossero di mezzo degli accertamenti, ho deciso in accordo col Comune di sospendermi l’erogazione del contributo, da dicembre. Io sono tranquillo. Mi dispiace che questi attacchi, che non portano a niente e sembrano soltanto ricatti, arrivino proprio nel periodo che precede le elezioni amministrative. Non penso che sia un caso».

Ma a questo punto lei si ricandiderà?

«Pensavo di non farlo, ma questi fatti mi stimolano ancora di più a proseguire nell’impegno per il mio paese e a non lasciarlo in mano a persone che con questi atteggiamenti dimostrano soltanto di essere distruttive. Per tutta la vita ho pensato solo a Monte Cavallo e mi sono dedicato a questa comunità».