Sofia Cingolani direttrice di "Urbs Salvia"

È la prima donna a guidare il parco archeologico: "Qui ho iniziato le mie ricerche, poi ho lavorato all’estero. È un ritorno a casa"

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di Lucia Gentili

È la prima direttrice del Parco archeologico di Urbs Salvia, il più grande delle Marche. L’archeologa maceratese Sofia Cingolani, 43 anni a dicembre, mamma di un bambino di 8, dottore di ricerca in archeologia romana nel Maghreb e su tematiche legate allo studio e valorizzazione delle architetture antiche all’università di Macerata, è funzionario della Direzione regionale musei Marche. E anche direttrice dei Musei archeologici statali di Ascoli e di Cingoli. Dal 2 novembre, tramite un concorso interno del Mic, ha assunto anche questo nuovo incarico. Oltre al Parco, si occuperà anche del connesso Museo archeologico statale. Per la Cingolani si tratta di un "ritorno a casa", alla luce del "legame affettivo" che dai tempi dell’università si è creato con Urbs Salvia.

Direttrice, quali sono gli obiettivi di questa nuova sfida?

"Innanzitutto il Parco ha bisogno di una nuova governance, ovvero di mettere a sistema e di istituzionalizzare i rapporti che già ci sono, in un grande gioco di squadra più strutturato tra gli attori esistenti, senza lasciare indietro nessuno: la Direzione regionale musei, il Comune, la Regione, l’Unimc per la parte scientifica, che lavora nelle aree archeologiche dal 1995 su concessione del ministero, la Sabap Marche (Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio), essenziale nella valorizzazione per l’attività di tutela. Il Parco non è un museo all’aperto, ma una realtà viva che insiste su un territorio vivo. Tra l’altro è il caso pilota di "Transfer", un progetto finanziato dall’Unione europea (con soggetto capofila Unimc), che sta volgendo al termine".

In cosa consiste?

"Proprio su un nuovo modello di gestione dei parchi archeologici. Il 17 dicembre, nell’ambito di Transfer, sarà anche presentato alle scuole il progetto di ricostruzione virtuale delle fornaci repubblicane di Pollentia-Urbs Salvia (II secolo a.c.), curato da Unimc. Per tutti sarà possibile sperimentare l’uso dell’oculus, occhiali speciali che permettono di vedere virtualmente le fornaci nella produzione della ceramica (oggi non più visibili, interrate) e ascoltare il racconto con uno storytelling. Il 18 dicembre, invece, all’anfiteatro romano ci sarà "Storie di luce", videoppaming a cura di Progetto Transfer, Direzione regionale musei, Unimc, Comune di Urbisaglia, Playmarche e Luca Agnani Studio".

Novità sui percorsi?

"Saranno riallestiti i percorsi per le visite, con una segnaletica nuova, più aggiornata, per rendere il Parco più fruibile. Affinché sia veramente per tutti".

Cosa la lega al Parco?

"La mia tesi di laurea è stata sui materiali vitrei dall’area del Tempio-Criptoportico di Urbs Salvia e uno dei due dottorati di ricerca sul teatro romano di Pollentia-Urbs Salvia. Ho lavorato all’estero con diversi assegni di ricerca, ad esempio nel Nord Africa, a Gortina di Creta e Hadrianopolis. Ma qui mi sento a casa".