
La coppia. insieme con i militari dell’Arma che hanno ricosegnato la refurtiva
Refurtiva riconsegnata, con tanto di fede nuziale. I mesi scorsi i carabinieri della Compagnia di Tolentino, con un’indagine lampo, erano riusciti a rintracciare fuori regione una coppia - un 34enne e una 33enne di Napoli - accusata di aver truffato un’altra coppia, un 89enne e la moglie 84enne di Belforte. E a recuperare la refurtiva, del valore di oltre 2.600 euro. Giovedì, al termine delle formalità connesse al dissequestro dei preziosi, i due coniugi, sposati da 62 anni, hanno avuto la visita dei carabinieri di Belforte e di Caldarola, che hanno restituito loro gli oggetti d’oro sottratti dai malfattori, dal grande valore affettivo, tra cui appunto la fede di lei.
I fatti, Il 18 marzo scorso, a Belforte, l’89enne aveva ricevuto una telefonata da un finto maresciallo: gli aveva detto che il figlio aveva investito una bambina in un grave incidente, invitandolo a consegnare urgentemente una somma in denaro, necessaria per sostenere le spese sanitarie. Qualche minuto dopo aveva bussato alla porta un sedicente avvocato, al quale l’anziano e la moglie avevano consegnato 600 euro in contanti e alcuni preziosi del valore di circa 2000 euro.
I carabinieri della stazione locale, con la collaborazione dei militari di Caldarola, si erano immediatamente attivati, ascoltando i testimoni e analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Trovati i primi riscontri, erano riusciti a risalire alla targa dell’auto utilizzata dai truffatori, una Nissan Juke, intestata a una società di autonoleggio di Roma. I militari avevano poi diramato le ricerche in ambito nazionale, studiando le possibili vie di fuga e mantenendo contatti con le centrali operative delle province limitrofe. L’auto infine era stata individuata e fermata dai colleghi della Compagnia di Todi, sulla strada E45, vicino all’uscita di Narni. Conducente e passeggera, il 34enne e la 33enne residenti a Napoli, erano stati trovati in possesso del denaro e dei preziosi sottratti alla coppia di anziani. Per loro era scattato l’arresto con la contestazione del reato di estorsione aggravata in concorso, ed erano stati accompagnati in carcere.
Ed ecco il lieto fine, la riconsegna dei beni ai due vecchietti. Un momento di emozione e commozione ma anche un’occasione per mettere in guardia e ricordare che nessun impiegato, bancario, avvocato o appartenente alle forze dell’ordine ha titolo a chiedere denaro e ad entrare nelle abitazioni dei cittadini. Continua la campagna di prevenzione contro le truffe agli anziani portata avanti dal comando provinciale di Macerata con altre iniziative e incontri di sensibilizzazione.