
Angelica Bravi, segretaria provinciale della Filcams Cgil
"Quest’anno stiamo registrando la presenza di contratti pirata anche nella nostra provincia, con condizioni retributive e normative peggiori rispetto ai contratti sottoscritti e rinnovati dai sindacati più rappresentativi". A lanciare l’allarme è la segretaria generale provinciale Filcams (Federazione italiana lavoratori commercio, alberghi, mense e servizi) Cgil Angelica Bravi. I contratti pirata sono contratti collettivi di lavoro firmati da sindacati minoritari o associazioni imprenditoriali poco rappresentativi, che offrono condizioni peggiori rispetto a quelle previste dai contratti collettivi nazionali tradizionali. Un fenomeno che punta a ridurre il costo del lavoro.
"Registriamo ogni anno irregolarità contrattuali e lavoro nero perché vige il concetto che l’impiego stagionale sia come un "lavoretto" estivo e bisogna accontentarsi delle condizioni che vengono poste – prosegue Bravi –. Quando in realtà un’offerta turistica qualificata passa per il riconoscimento delle professionalità e per le regolarità contrattuali. La qualità del servizio passa attraverso le condizioni di chi ci lavora, che dovrebbero essere ottimali. Se era già difficile trovare personale, lo sarà ancora di più con i contratti pirata, che presentano condizioni peggiori di prima". In base ai dati Filcams, il lavoro nel turismo è per il 70% irregolare, per il 60% a tempo parziale, per il 55% a chiamata, per il 40% precario e per il 20% stagionale. E questo si riflette anche a livello territoriale. "Ogni anno ci troviamo a gestire vertenzialità – dichiara la segretaria provinciale – collegate al settore: ad esempio per mancato riconoscimento delle maggiorazioni, lavoro nero, mancato riposo. Abbiamo chiesto alla Regione un tavolo istituzionale permanente con le parti datoriali, sociali, le organizzazioni sindacali e le istituzioni appunto, per una maggiore legalità nel rispetto dei contratti dei contratti collettivi nazionali; per promuovere processi di destagionalizzazione affinché si giunga a contratti più lunghi per garantire reddito tutto l’anno; per aggiornare e migliorare l’ammortizzatore sociale (la disoccupazione) al fine di coprire i periodi tra una stagione e l’altra. Tutto questo qualificherebbe il comparto turistico. Ma l’avvio del confronto ancora non c’è stato. Ad oggi non vediamo un impegno su questo fronte. Si parla spesso di turismo come settore fondamentale su cui investire ma senza interventi strutturali". Filcams Cgil, insieme a Nidil (Nuove identità di lavoro), negli anni passati, a inizio stagione, aveva svolto un’indagine con i giovani. "Precarietà, mancata spiegazione delle condizioni retributive, livelli reddituali bassi erano gli elementi emersi – conclude Bravi –. Bisogna sottolineare poi che spesso sono coinvolte le categorie più vulnerabili: giovani, donne e stranieri".
l. g.