Sostegno vero a donne e madri che lavorano

Mauro

Grespini

Ieri Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni. Riascoltando proprio "4 marzo 1943", uno dei suoi brani più noti, ho riletto nella descrizione del rapporto materno l’amore di questa madre che è più forte della guerra, più forte della miseria e persino dell’assenza. E’ un amore che include tutto e si esprime nella forza stessa, inarrestabile e potente, della vita. E’ l’amore che muove il mondo, l’unico che offre speranze. Allora è quanto mai indispensabile mettere in condizione la donna di diventare mamma, di fare la mamma e, al tempo stesso, di lavorare e realizzare le proprie aspirazioni. E’ un equilibrio difficile, ma necessario. L’Italia, dove il crollo della natalità è impressionante, dovrebbe tornare seriamente a riflettere su questo argomento. E la Festa dell’8 marzo può essere un’occasione importante per ragionarci: poche donne lavorano, pochissime fanno carriera, sempre meno hanno figli e chi li mette al mondo si limita a una o al massimo a due gravidanze. I primi a dover fare autocritica siamo noi uomini perché a parole tendiamo alla parità di genere, ma poi nei fatti imponiamo ogni giorno le nostre idee da "macho". Innanzitutto, quindi, c’è un aspetto culturale: è la società intera a dover cambiare passo. Il secondo step è quello politico: servono politiche del lavoro adeguate, investimenti sui servizi, sostegni al reddito, agevolazioni fiscali, azioni non estemporanee ma ben strutturate a supporto della famiglia e della genitorialità. Solo così l’Italia potrà tornare a essere un Paese per giovani, per donne e per mamme. Solo così avremo un futuro.