Sostenitore di Luca Traini finisce sotto processo

Accusato di essere un fan di Luca Traini, condannato in primo grado a 12 anni per la sparatoria del 3 febbraio 2018, ora un maceratese si ritrova sotto processo per il reato di istigazione a delinquere. Si tratta di Giancarlo Cicioni, un 35enne di Macerata. Il 4 ottobre del 2018, nel giorno in cui la corte d’assise pronunciò la sentenza di condanna nei confronti di Luca Traini per la strage, l’imputato avrebbe scritto un commento sotto all’articolo di un quotidiano online, che riportava la notizia della sentenza: "12 anni per non avere una buona mira... un po’ troppi. Il tuo gesto ha portato a galla molte problematiche e ci ha reso compatti a raggiungere un obiettivo comune: ripulire Macerata e dintorni. Chapeau Traini". Partì dunque una segnalazione su queste frasi, e la polizia postale risalì così al computer dal quale sarebbero partite, quello (appunto) di Cicioni. Così il maceratese è stato accusato di avere fatto apologia dei reati di strage e di porto d’armi in luogo pubblico, aggravati dai motivi di odio razziale, per i quali era stato condannato Luca Traini. Ieri mattina, per lui, difeso dall’avvocato Matteo Nardino di Teramo, si è aperto il processo davanti al giudice di Macerata, Enrico Pannaggi. L’udienza è stata poi rinviata al 18 febbraio per sentire i testimoni dell’accusa, che saranno citati dal pubblica ministero Francesca D’Arienzo. Il fenomeno dei cosiddetti fans di Luca Traini era emerso poco dopo la sparatoria, e stigmatizzato per primo dal difensore del "Lupo", l’avvocato Giancarlo Giulianelli, che dando atto delle lettere e dei messaggi di sostegno arrivati per il suo assistito, rilevava quanto questo fenomeno fosse allarmante.

Paola Pagnanelli