"Sottrasse 62mila euro dal conto di un disabile"

L’ex amministratore di sostegno del ragazzo è stato condannato a due anni per peculato e omissione di atti d’ufficio. Il giovane è deceduto a marzo

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di Paola Pagnanelli

Per aver sottratto 62mila euro dal conto corrente di un disabile, è stato condannato a due anni di reclusione il filottranese Mauro Piccioni. Le accuse per lui erano peculato e omissione di atti di ufficio. Della vicenda, avvenuta nel periodo precedente al novembre 2016, rimase vittima il portorecanatese Francesco Brunori, deceduto poi a marzo nel pieno dell’emergenza Covid in circostanze piuttosto particolari. Per Brunori, nel 2008 il tribunale di Macerata aveva nominato un amministratore di sostegno, appunto Piccioni. Ma nel novembre del 2016 venne fuori che da un conto corrente intestato al disabile erano spariti 62mila euro, prelevati dall’amministratore senza alcuna giustificazione. Il tribunale a quel punto chiese a Piccioni di rendicontare quelle spese, giustificandole e documentandole, e di depositare anche le relazioni per la gestione dei conti di Brunori dal 2009 in poi. Ma all’udienza fissata a settembre del 2019 l’amministratore di sostegno non portò alcun documento che spiegasse dove fossero finiti quei soldi. Così, dopo la denuncia e le indagini della procura, l’uomo si è ritrovato accusato di peculato e omissione di atti di ufficio. Ieri mattina per lui in tribunale a Macerata si è tenuto il processo con il rito abbreviato, in udienza preliminare. Il pubblico ministero Margherita Brunelli ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, e il giudice Claudio Bonifazi ha inflitto all’imputato esattamente questa pena, con il beneficio della sospensione condizionale subordinato al pagamento di un risarcimento di 70mila euro in favore della parte civile. Per Brunori infatti si è costituito, con il collega Alessandro Rovazzani, l’avvocato Marco Poloni, che era stato nominato amministratore di sostegno del portorecanatese dopo la revoca di Piccioni. L’imputato era difeso dall’avvocato Giuseppe Gasparroni. La morte di Brunori, lo scorso marzo, era avvenuta in circostanze particolarmente dolorose. Il 35enne era stato ricoverato all’ospedale di Civitanova per una polmonite. Il ricovero era stato una condizione piuttosto critica per lui, che a causa della patologia di cui soffriva si trovava particolarmente in difficoltà da solo e senza i suoi punti di riferimento. Comunque dopo alcuni giorni i medici avevano chiamato la madre affinché lo riportasse a casa, dicendo che si era ripreso. E invece pochi istanti dopo, in maniera del tutto improvvisa, il portorecanatese era morto. Sull’accaduto l’Asur, dopo che l’avvocato Poloni aveva anche presentato un esposto, aveva condotto un’indagine interna, per chiarire cosa fosse accaduto, stabilendo che era stata fatale un’embolia e non ravvisando alcuna responsabilità da parte dei medici civitanovesi che si erano presi cura di quel paziente.