Spari a Macerata, il ministro Minniti in città: "Nessuno cavalchi l'odio" / VIDEO

Il titolare dell'Interno al comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico convocato d'urgenza dopo la mattinata di ordinaria follia. Il sindaco Carancini: "La violenza non ci appartiene"

Il Comitato per la sicurezza con il ministro Minniti

Il Comitato per la sicurezza con il ministro Minniti

Macerata, 3 febbraio 2018 - È arrivato d'urgenza da Roma il ministro dell'Interno Marco Minniti per presiedere il Comitato per l'ordine e la sicurezza convocato nel tardo pomeriggio in prefettura dopo la mattinata di ordinaria follia (guarda FOTO  e VIDEO) che ha gettato Macerata nel panico. Presenti anche il sindaco Romano Carancini, l'assessore Marika Marcolini, il prefetto Roberta Preziotti, il questore Vincenzo Vuono e i vertici delle forze dell'ordine. Mentra sfilava l'auto di Minniti si è levata qualche voce arrabbiata: "Soltanto addesso arrivi", è il grido di accusa.

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Sergio Mattarella, appena venuto a conoscenza dei gravi fatti di Macerata, si è messo in contatto con palazzo Chigi. Il presidente della Repubblica, ha quindi seguito e segue tutti gli sviluppi della vicenda che ha colpito la citta' marchigiana.

Quanto accaduto oggi a Macerata "è stata una iniziativa criminale di carattere individuale, sicuramente preparata e progettata", ha detto Minniti, al termine del comitato per l'ordine e la sicurezza. E' "inaccettabile" e "ricorda moltissimo un raid rappresaglia, una rappresaglia armata del tutto casuale". La sparatoria, spiega il ministro, "è inaccettabile, perché in una democrazia non è consentito a nessuno farsi giustizia da solo, se ci fosse un'idea di farsi giustizia da solo". Il ministro ha affermato: "Nessuno cavalchi l'odio, la contrapposizione di fronte ad un fatto grave che poteva essere gravissimo. Auspico - ha aggiunto - una risposta ferma e unitaria" da parte di tutti.

E ancora: "La mia presenza è doverosa per manifestare piena solidarietà, impegno e vicinanza delle forze democratiche a Macerata, colpita due volte da due eventi particolarmente drammatici".

Su Luca Traini, il 28enne fermato con l'accusa di aver sparato, Minniti ha affermato: "Il background del criminale, dell'attentatore è chiaramente quello dell'estremismo di destra, è chiaro il riferimento al nazismo e al fascismo, non solo nei comportamenti ma anche nel suo 'background formativo' se si può chiamare così".

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Carancini: "La violenza non ci appartiene, il rispetto prima di tutto"

"L'odio e la rabbia non possono sopraffare il rispetto delle persone, che deve venire prima di tutto". Sono le parole del sindaco di Macerata, Romano Carancini, che interviene a fine giornata dopo il vertice in Prefettura. "Quello che sta accadendo in questi giorni in città è inaccettabile - prosegue il sindaco riferendosi anche all'uccisione di Pamela Mastropietro - l'odio, che non può attraversare i colori della pelle delle persone, va lasciato da parte per fare spazio alla riflessione, alla responsabilità e al ragionamento. Intendo comunque rassicurare i cittadini: Macerata è e resta una città accogliente e la violenza non fa parte del suo codice genetico. In momenti come questo la coesione sociale e politica diventa l'elemento fondamentale per rasserenare gli animi e non creare divisioni. D'altra parte, i maceratesi hanno sempre dimostrato di sapersi unire nei momenti più difficili. Sulla sicurezza in città siamo, ora e da sempre, al fianco delle forze dell'ordine, che stanno operando con indiscutibile competenza ed efficacia". Il sindaco ha quindi ringraziato il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il ministro Marco Minniti e il prefetto Roberta Preziotti "per la vicinanza e l'impegno concreto".

REAZIONI -  "Un esaltato, un frustrato, un assassino. Un folle criminale che ha disonorato il Tricolore di cui si è inopinatamente ammantato. Lo sparatore di Macerata non ha alcuna giustificazione, ovviamente. Ma se Macerata non fosse tra i comuni italiani con la più alta percentuale di immigrati rispetto alla popolazione residente e se un nigeriano senza permesso di soggiorno non fosse stato lasciato libero di fare a pezzi una ragazza di appena 18 anni, l’esaltato avrebbe messo mano alla pistola?",  è il commento di Andrea Cangini, candidato con Forza Italia al Senato nelle Marche, alle prossime elezioni politiche, ed ex direttore di QN e il Resto del Carlino.