"Spedizione punitiva per un debito di droga"

San Severino, 19enne preso a sprangate e rapinato. Due ragazzi agli arresti domiciliari col braccialetto, obbligo di firma per il terzo

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di Lucia Gentili

Una spedizione punitiva, con aggressione a colpi di manganello metallico e rapina, per un debito di droga di 50-70 euro. Due settempedani, un 19enne e un 24enne, uno studente e l’altro lavoratore, già noti alle forze dell’ordine, sono finiti agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Mentre per un terzo, un 20enne di origini albanesi, disoccupato, che vive in un Comune limitrofo a San Severino, è stato disposto l’obbligo di firma: dovrà presentarsi due volte al giorno dalla polizia giudiziaria, con divieto di ritorno a San Severino per tre anni. Tutti e tre i giovani sono accusati di rapina pluriaggravata, con l’uso di un’arma impropria e in più persone riunite. Avrebbero pestato un 19enne del posto (lavoratore) il 28 agosto, intorno alle 19, in località Castello a San Severino. Colpi di manganello in testa, poi calci e pugni. Per un totale di dieci giorni di prognosi. Le grida di alcuni abitanti avevano interrotto la scena, ma gli aggressori, prima di allontanarsi, avrebbero sottratto al ragazzo portafogli, zaino, felpe, cappellino, occhiali da sole e persino il monopattino. Per un bottino di circa 1.000 euro. A fronte della ricostruzione relazionata dai militari, il pm Rosanna Buccini, sotto il coordinamento del procuratore capo Claudio Rastrelli, ha chiesto al gip del tribunale di Macerata Domenico Potetti, l’emissione di misure cautelari a carico dei tre. L’autorità giudiziaria ha quindi disposto le misure, eseguite dai carabinieri di San Severino in collaborazione con i militari del Norm di Tolentino e della stazione di Caldarola. Durante l’esecuzione sono stati sottoposti a sequestro 29 grammi di marijuana, oltre ad alcuni capi di vestiario indossati la sera dell’aggressione. Già durante le operazioni di perquisizione personale e domiciliare del 28 agosto, erano stati sequestrati gli oggetti sottratti nella rapina, 15 grammi di marijuana e hashish, un proiettile, un coltello a serramanico e il manganello in metallo telescopico che sarebbe stato usato per picchiare la vittima. Ieri il capitano Giulia Maggi, comandante della Compagnia di Tolentino, affiancata dal tenente Federico Pellegrini, comandante del Norm, e dal luogotenente Massimiliano Lucarelli, comandante della stazione di San Severino, ha illustrato come si sono svolte le indagini, condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Macerata. Il branco avrebbe messo in atto, nei confronti del 19enne, una sorta di trappola per attirarlo in una zona appartata. Il pestaggio, secondo gli inquirenti, sarebbe stato studiato a tavolino: alla vittima sarebbe stato dato appuntamento con una scusa, pianificando di dargli una lezione per non aver rispettato pregressi accordi per la cessione di sostanze stupefacenti. Ci sarebbe anche una base logistica, a casa del più giovane degli indagati, dove i militari avrebbero rintracciato gli aggressori dopo il pestaggio. Durante gli interrogatori di garanzia, lunedì in tribunale dinanzi al giudice Potetti, gli indagati si sarebbero tutti avvalsi della facoltà di non rispondere.