Macerata, maxi squalifica al portiere per il pugno all’arbitro

Giocatore della Sefrense non potrà giocare fino al 31 dicembre 2019

Arbitro, mestiere pericoloso (foto di repertorio)

Arbitro, mestiere pericoloso (foto di repertorio)

Macerata, 3 novembre 2017 – Si era alzato di scatto dalla panchina e aveva colpito l’arbitro con un pugno al volto: ora non potrà più mettere piede su un campo da calcio fino al 31 dicembre 2019. E’ arrivata ieri la decisione del giudice sportivo che ha squalificato Matteo Rotondo, secondo portiere della Sefrense, per 26 mesi, oltre a condannarlo a pagare un’ammenda di 500 euro.

Il ragazzo, durante la partita del campionato di seconda categoria che si è svolta domenica tra la Sefrense e la Folgore Castelraimondo, aveva colpito con un pugno alla tempi l’arbitro di Macerata Pietro Giuggioloni che, dopo cinque minuti dall’inizio del secondo tempo, aveva espulso per doppio fallo un giocatore della Sefrense. Nessuno in campo o in tribuna si era sentito di protestare per la giusta decisione del direttore di gara, che però non aveva fatto in tempo a riporre il cartellino in tasca che si è sentito arrivare alle spalle un cazzotto dritto in volto. Alla tempia per la precisione. La gara era stata subito sospesa e l’arbitro accompagnato in ospedale a Macerata, dove gli è stata data una prognosi di tre giorni.

«Un gesto inaudito dal quale ci dissociamo», lo aveva definito il presidente sefrense Fabio Angelini chiedendo scusa pubblicamente e, anche la società aveva immediatamente preso le distanze, ma questo non è bastato perché il giudice sportivo ha punito anche la squadra con un secco 3-0 a tavolino. Rotondo era seduto in panchina quando ha avuto l’incomprensibile scatto d’ira che nessuno poteva prevedere e che ha scatenato le prese di posizione di diversi esponenti sportivi, come Angelo Ortolani, presidente regionale degli allenatori o Marco Midei, giocatore della Sefrense, che aveva parlato di un incubo e di un «brutto e triste capitolo alla favola più bella al mondo: il calcio».