Stangata bollette pure nelle casette "E non possiamo mettere le stufe"

Il caro energia si fa sentire tra gli sfollati del terremoto: in alcuni casi il conto per la luce è triplicato "Qui vive gente con una pensione di 650 euro, è sempre più complicato far fronte agli aumenti"

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di Lucia Gentili

Vivere in una Sae con una pensione minima, da 650 euro, e vedersi arrivare bollette di luce e gas raddoppiate. È la realtà di tanti terremotati dell’entroterra, tra incertezze della ricostruzione post-sisma e i sopraggiunti rincari che non riguardano solo elettricità e riscaldamento, ma anche beni e servizi, dalla spesa alimentare ai carburanti. A raccontare la situazione sono alcuni abitanti dell’area Sae di Caldarola (che conta 107 casette). "L’importo in bolletta – spiega Anna Rosa Mancini (70 anni a dicembre) – è passato da 44 euro a circa 140 euro di luce, pur mantenendo gli stessi consumi, in una casetta di 40 metri quadrati, dove vivo con mio marito. Io sono pensionata e lui, 67enne, ancora lavora. Ma due pensionati, con l’invernata alle porte (perché bisogna considerare che il riscaldamento non è stato ancora acceso), come fanno? Per casa nostra, in centro storico, terremotata, e quindi disabitata, pur essendo chiusi i contatori, abbiamo speso 44 euro. Non conosciamo le tempistiche di inizio lavori né tantomeno quando rientreremo. I rincari sono cominciati prima della guerra per la speculazione, ma lo sciacallaggio non è stato mai fermato. Noi cittadini non sappiamo i motivi, fatto sta che gli effetti a cascata si risentono su ogni fronte. I soldi che mettiamo in più per luce e gas sono soldi in meno che un domani sarebbero serviti ad esempio per un eventuale accollo. Oppure i più anziani o chi è solo e ha bisogno di assistenza, come possono pagare una badante? Non ci lamentiamo delle casette perché credo che queste di Caldarola siano tra le più resistenti. Ma è ovvio che vorremmo rientrare a casa nostra". Anche perché nelle Sae ovviamente non ci sono caminetti né si possono usare stufe a pellet. Quindi le misure per risparmiare si riducono.

"Io sto cercando di accendere le luci solo quando fuori è buio – aggiunge la 77enne Nicolina Amistadi, detta Meri (per tanti anni ha lavorato come estetista) con la sua cagnolina Hope –. Non rinuncio alla tv, almeno la sera, perché mi fa compagnia. Io prendo la pensione sociale, di 650 euro; la bolletta è salita da 40 a 90 euro. Anche la spesa è aumentata: prima con 35 euro stavo apposto tutta la settimana, ora ne servono 50-60". Dal 2018 vive nella casetta. "Grazie ai vicini – aggiunge Meri – abbiamo ricreato un senso di comunità. Ci consegnano frutta e verdura a domicilio, non ci lamentiamo. Ma i rincari si sentono". "Va detto che queste casette, almeno, si riscaldano facilmente – afferma l’86enne Adolfo Pieroni, che vive nella Sae con la moglie Flora, 84enne –. Ma, pur prestando attenzione e cercando di risparmiare, abbiamo registrato un aumento del 30% per la luce. La bolletta del gas ancora non è arrivata. È necessario un intervento del governo affinché la situazione torni sotto controllo". Entrambi, dopo aver lavorato per anni in campagna, percepiscono una pensione minima. A far loro compagnia, la vicina di casetta Nazie Shytaj. "In 40 metri quadri non entra neanche una scopa – aggiunge un altro terremotato caldarolese (che ha preferito restare anonimo) –, figuriamoci una stufa. Ma una persona con l’acqua alla gola come deve fare, se il costo della vita è triplicato? La mia casa è da demolire e ricostruire, non so quando però. Le nostre pensioni in media oscillano fra i 600 e i 700 euro. Invece quando prendono i politici a Roma?".