Stop matrimoni a Villa Buonaccorsi I promessi sposi: chiediamo i danni

"Cancellate almeno trenta cerimonie in programma nel 2022 dopo l’acquisizione da parte del ministero". Le coppie hanno costituito un comitato: nessuno ci ha informati, costretti a spostare quattromila invitati

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di Giorgio Giannaccini

Pasticcio a Villa Buonaccorsi: almeno una trentina di matrimoni già programmati tra la fine di maggio e la stagione estiva non potranno più essere celebrati nel complesso settecentesco sulle colline di Potenza Picena. Ed è un bel guaio per le tante coppie che avevano scelto quel magnifico luogo per sposarsi, che ora hanno costituito un comitato e chiederanno il risarcimento dei danni. Infatti, per il complesso settecentesco finito all’asta, il 22 novembre dell’anno scorso il ministero della cultura ha esercitato il diritto di prelazione, acquisendolo, e ciò ha comportato di conseguenza l’annullamento del vecchio contratto di gestione dell’immobile, prima affidato a una società locale di catering. Tuttavia, nei mesi scorsi, a quanto riferiscono i diretti interessati, i matrimoni sarebbero stati comunque programmati e confermati dalla ditta. Location: il famoso giardino all’italiana di Villa Buonaccorsi. Finché una settimana fa, il 7 maggio, un funzionario della soprintendenza ha notato uno strano viavai all’interno del complesso, dove si stava preparando il servizio per una comunione. Così è stata informata la curatrice fallimentare, Chiara Marchetto, che ha subito disposto la chiusura della villa, facendo intervenire i carabinieri. Il risultato? Matrimoni annullati e trenta coppie di futuri sposi furibonde: hanno fondato un comitato per denunciare la situazione e chiedere di essere risarcite. A dirlo è il portavoce del gruppo, Lorenzo Mongardi, neurochirurgo di 31 anni, originario di Ravenna, che avrebbe dovuto sposarsi il 9 luglio con una ragazza di Ancona. "È una situazione kafkiana, nella quale purtroppo ci troviamo da circa una settimana, a causa dell’improvvisa chiusura della villa da parte del ministero – spiega Mongardi –. A mettere i sigilli sono state le forze dell’ordine, ma a subire le dirette conseguenze sono tutte le coppie che, come noi, avevano deciso di festeggiare nella villa il matrimonio. Sono cerimonie prenotate da mesi, in alcuni casi ci sono sposi che avevano rimandato per oltre due anni il matrimonio a causa della pandemia, ma ora si trovano senza location". "Improvvisamente – aggiunge –, è stato apposto un lucchetto ai cancelli della villa, cacciata la società che aveva in gestione il bene e liquidati i custodi e i giardinieri, che per anni si sono presi cura del giardino". Mongardi sottolinea inoltre che "questo è avvenuto senza che nessuno si sia premurato di avvisarci". "Ora siamo costretti a riprogrammare in breve tempo tutta l’organizzazione, cambiando date e luoghi, spostando almeno quattromila invitati, provenienti da tutta l’Italia e anche dall’estero – dice ancora –. Quando la villa è stata acquisita dal ministero, ciò aveva destato preoccupazione in tutti noi, ma gli interessati (il gestore, il Comune, la Regione e il curatore fallimentare) ci avevano garantito che le cerimonie prenotate per il 2022 sarebbero state confermate". Per questo motivo, annuncia il ravennate, il comitato procederà "per le vie legali contro la società che aveva in gestione la villa, per ottenere il risarcimento dei danni. Ma le nostre accuse sono rivolte anche agli enti pubblici, che hanno permesso il verificarsi di una simile vicenda. Tutti sapevano che nel giardino della villa erano in programma decine di cerimonie e nessuno ha pensato alla soluzione". "Ora – conclude Mongardi – ci sono coppie che vedono infranto il loro sogno di sposarsi in un luogo da favola".