"La strada della Val Potenza? Un’altra boutade politica che si risolverà in niente". Lapidarie le parole dell’architetto Luca Maria Cristini (nella foto), di San Severino, sul progetto di cui si è tornato a parlare nei giorni scorsi per voce del vicepresidente della Provincia, Luca Buldorini. Del progetto della Val Potenza si parla da almeno gli anni ’80 e "a mio avviso è la classica opera che non si realizzerà mai. Avevano commissionato un progetto per l’ammodernamento della strada a mio padre Luigi ma non venne approvato neanche il progetto preliminare perché si è sempre privilegiata la Val di Chienti. Fu l’allora presidente della provincia Giulio Silenzi a tentare di realizzare la prima parte, da Potenza Picena fino a Villa Potenza. Il risultato è che a Villa Potenza c’è un ponte inaugurato con enfasi che oggi è una cattedrale nel deserto. Avrebbe dovuto esserci uno svincolo a servizio delle fiere ma così non è stato e questa struttura non ha una degna viabilità".
Molto critico anche sull’idea di Buldorini di estrarre dall’alveo del fiume i materiali sedimentari da utilizzare per la realizzazione della strada: "Questa in effetti è l’unica cosa chiara di questo progetto. Il meccanismo infernale di cava degli inerti dal fiume ora viene riabilitato con una pennellata di green washing e con propositi di pelosa spending review". E infine, la stoccata verso i sindaci dei comuni della Val Potenza: "Il quadro desolante si completa col fatto che la valle non è, o forse non è mai stata, compatta nel reclamare quest’opera. A ovest e est è un cul de sac: da un lato c’è l’incompiuta del traforo del Cornello. Dall’altro c’è quello che mio padre definiva un ‘dromedario’. Il sovrappasso dell’autostrada A14 nei pressi dell’Hotel Regina. Le amministrazioni dell’alta valle hanno avuto il contentino con la Pedemontana, i paesi della bassa valle hanno poco interesse perché vicini a migliori vie di collegamento, e quelli della media valle, come Treia, San Severino, Montacassiano, Montefano, non hanno alcun peso politico e neanche fanno più massa critica. Eppure sono quelli che avrebbero più bisogno di questa opera. A San Severino avremo forse una bretella, chissà".
Gaia Gennaretti