
Edoardo Lattanzi, musicista maceratese classe 2005
"Stragi silenziose" è il singolo di debutto del giovane maceratese Edoardo Lattanzi, che il 4 aprile scorso ha pubblicato il suo primo brano prodotto in studio. Classe 2005, il maceratese Lattanzi racconta del disagio vissuto dai giovani detenuti nelle carceri italiane, talmente profondo e presente da indurli a togliersi la vita tra le mura delle loro celle. "La canzone nasce nel marzo del 2024, in un periodo non molto felice a livello fisico e psicologico della mia vita – spiega Lattanzi –. Mi capitò di leggere un articolo su un ragazzo che si uccise nel giorno del suo ventesimo compleanno, in carcere a Teramo. Partendo dalla cronaca ho deciso di scriverci sopra, proponendo nella canzone il punto di vista del compagno di cella che lo trova con una corda legata al collo".
"Non si tratta – prosegue – di vicende isolate, ma di vere e proprie stragi che si consumano in media ogni tre o quattro giorni, e colpiscono perlopiù i giovani a causa delle situazioni disastrose in cui vivono in carcere". Un testo impegnato che, come sottolineato dal 19enne, vuole riportare in auge quell’idea di musica sociale nata con i grandi cantautori degli anni ’60, ’70 e ’80. "Sono cresciuto e cresco con De André, Guccini, Rino Gaetano, Pierangelo Bertoli e Battiato, che mi influenzano soprattutto nelle tematiche – continua Lattanzi –. Il mio obiettivo è riportare al centro la musica sociale per tutti, come accadeva negli anni dei miei autori di riferimento. Oggi si sta perdendo un po’ questa visione della musica, intesa come strumento sociale e artistico capace di trasmettere messaggi impegnati. So che non è un genere che va al passo con la moda, ma non mi è mai interessato omologarmi". La negazione di un’omologazione quotidiana che passa inevitabilmente anche attraverso i social media. "Oggi la musica, così come ogni altro ambito artistico, passa dai social e si basa su una forte omologazione di testi e ritmi. Sarebbe bello, invece, tornare alla musica d’autore e a scrivere in prima persona i testi che si cantano. Nel mio piccolo posso farlo attraverso le mie canzoni e cercando intorno a me persone che la pensino allo stesso modo e che lavorino in questa stessa direzione. Non è una parte obbligatoria, non tutte le canzoni devono essere tristi o trattare un argomento sociale; ma negli ultimi tempi si sta andando troppo nella direzione opposta, perdendo la vera entità del testo e del significato della canzone, della musica di tutti e per tutti".
"Sono contento dei feedback che sto ricevendo – conclude poi Lattanzi, riguardo al primo riscontro degli ascoltatori –, mi hanno scritto persone che non conoscevo e che hanno mostrato interesse per il testo ancora prima che per la parte musicale, proprio come speravo. Questo è successo sia con miei coetanei che con adulti, più nostalgici di quella musica cantautorale che oggi manca. I miei lavori futuri continueranno su questa strada".