Macerata, 2 agosto 2023 – Studentessa di 24 anni trovata morta nella vasca da bagno in via Severini, la famiglia chiede risposte. Sono passati tre mesi dalla scomparsa di Samanta Marchegiano: originaria di Lanciano e residente a San Vito Chietino, in Abruzzo, con la famiglia (i genitori e una sorella più piccola), era iscritta a Scienze dei servizi giuridici all’Università di Macerata e prestava servizio come volontaria alla Croce Verde di Macerata.
Stando a quanto si è potuto ricostruire e accertare finora, il pomeriggio del 2 maggio stava preparando la vasca per fare il bagno, quando è stata colta da un malore: si sarebbe trattato quindi di un arresto cardiaco e non di un gesto volontario. Dalle prime indiscrezioni sull’autopsia, disposta dal sostituto procuratore Rita Barbieri ed eseguita dal medico legale Roberto Scendoni e dal tossicologo Rino Froldi, era emerso che aveva tanta acqua nei polmoni, ma oggi la famiglia aspetta ancora di conoscere i risultati degli accertamenti.
"Restiamo in attesa che siano depositati gli esiti degli esami tossicologici e della perizia autoptica – le parole dell’avvocato Roberto Bianco, che assiste la famiglia della ragazza –, ci avevano detto 60 giorni di tempo, ma ancora non c’è nulla, io ogni tanto chiamo per sapere se ci sono novità ma niente. Stiamo aspettando anche i risultati degli accertamenti svolti dal perito informatico sul cellulare e sul computer di Samanta, le indagini sono in mano ai carabinieri di Macerata. Comunque, il suicidio era stato escluso di primo impatto anche dal nostro consulente di parte, Domenico Angelucci, durante l’autopsia. Ma naturalmente dobbiamo attendere l’esito degli esami". Anche la logica, commenta l’avvocato Bianco, porterebbe a escludere il gesto volontario: "Fino a un’ora prima del decesso, lei e le amiche stavano organizzando la serata in compagnia, si mandavano messaggi vocali su WhatsApp – spiega Bianco –, non è certo il comportamento di chi vuole togliersi la vita. Si sarebbe invece trattato di un malore. Ora, speriamo che arrivino presto i risultati, si può immaginare come stiano i genitori della ragazza, a questo punto vorrebbero avere delle certezze, come è comprensibile".
Il papà Franco è un tecnico dei sistemi di allarme e videosorveglianza, ha lavorato anche per il Comune abruzzese in diverse occasioni, mentre la mamma Doriana è un’operatrice sanitaria all’ospedale di Lanciano. A fare la tragica scoperta, quel martedì, una delle sue coinquiline. In tantissimi nei giorni seguenti alla scomparsa l’avevano ricordata, profondo cordoglio era stato espresso anche dall’Università, dal rettore John McCourt e dalla Croce Verde.