Studenti hacker Macerata. "C’è chi ha cambiato il voto alla fidanzatina"

L’allarme della dirigente della polizia postale: registro elettronico, tante violazioni anche alle scuole medie

Cinzia Grucci dirige il compartimento della polizia postale delle Marche

Cinzia Grucci dirige il compartimento della polizia postale delle Marche

Macerata, 20 febbraio 2020 - Cinzia Grucci dirige il compartimento della polizia postale delle Marche da quasi nove anni. Ha una grande esperienza alle spalle e, come altri suoi colleghi, è costantemente impegnata in un’opera di educazione e sensibilizzazione sull’uso consapevole della rete, in particolare con iniziative nelle scuole. Non entra nel merito dello specifico caso del liceo Galilei di Macerata, ma sottolinea come il vero problema sia legato al fatto che i giovani ritengano che la rete nasconda e renda inafferrabili. Comandante Grucci, è a conoscenze di altri casi di violazione del registro elettronico? "Sì, più di uno. Nella fattispecie si tratta di casi accertati nelle province di Ancona e Macerata. E riguardano sia istituti superiori che anche le scuole medie".

Addirittura alle medie? "Eh sì, è successo anche alle scuola medie, anche se si tratta di un episodio di alcuni anni fa". L’intento è sempre lo stesso, alzare i voti? "Sì, ma alle medie, in provincia di Ancona, le modifiche hanno riguardato anche le assenze. Il fatto curioso è che hanno alzato i voti a tutti, tranne a quelli che consideravano secchioni, probabilmente perché pensavano di dare a questi una punizione".

Sembra che abbiano giocato. "Forse, ma hanno fatto un gioco da adulti, del quale ignoravano anche le conseguenze". Nel caso del liceo di Macerata, parliamo di maggiorenni. Anche loro inconsapevoli? "Forse. Ma non credo siano stati inconsapevoli del fatto che stessero agendo in violazione della legge. La mancanza di consapevolezza, in questi casi, riguarda il non avvertire la gravità del fatto, quando avviene on line. Se io forzo una porta ed entro nella casa di un’altra persona, capisco subito che sto violando la legge. Ecco, non accade altrettanto se entro in un sito web". Come mai? "Pensano che in un sistema informatico nessuno li scopra. Sanno di rischiare, però pensano di non essere scoperti. Si dicono: ma ti pare che mi scoprono? Oppure pensano che se anche ciò accadesse, la scuola non farà nulla. C’è anche chi, invece, agisce perché non ha nulla da perdere, ad esempio nel caso in cui pensa di essere respinto. E alle medie c’è chi ha alzato il voto alla fidanzatina perché ha ritenuto che ne valeva la pena. Ovvio, è stato punito".

Dei nostri liceali che cosa possiamo dire? "C’è un’indagine in corso. Posso soltanto dire che nel loro caso la violazione del registro elettronico si può ipotizzare come un accesso abusivo, quindi non autorizzato, ad un sistema informatico pubblico e protetto. Anche se i ragazzi fossero venuti in possesso fortuitamente delle password degli insegnanti, non potevano comunque accedere. Tali reati sono perseguibili d’ufficio. Il dirigente scolastico è obbligato a denunciare i fatti".  

E ora cosa accadrà? "Ci sarà un normale procedimento, come tutte le volte che si presenta un’ipotesi di reato. Un reato informatico è come tutti gli altri reati, né più, né meno. Se ci sarà un rinvio a giudizio, ci potrà essere un patteggiamento o si andrà a dibattimento. Poi la magistratura si pronuncerà".  

Si può fare qualcosa per evitare episodi del genere? "Siamo spesso nelle scuole, con le quali collaboriamo, per portare avanti un’opera di sensibilizzazione ed educazione che renda i giovani più consapevoli nell’uso della rete. Non è detto, però, che questo sia sufficiente per evitare queste situazioni".