Stupro Macerata, "Ragazzina violentata". Operaio nei guai

A 15 anni era arrivata per studiare l’italiano. Mobilitata anche l’ambasciata

Violenza su una ragazza (foto d'archivio)

Violenza su una ragazza (foto d'archivio)

Macerata, 20 settembre 2019 - Una ragazzina di 15 anni, venuta qui per imparare l’italiano, sarebbe stata violentata da un ventenne. Su questa brutta vicenda sta indagando la procura che, dopo i primi elementi raccolti, ha chiesto gli arresti domiciliari per il ragazzo.

Il fatto sarebbe avvenuto in un centro dell’alto Maceratese nella prima metà di luglio. La studentessa era arrivata con altri connazionali da una città europea, per seguire un corso di italiano. In un bar, aveva incontrato una comitiva del posto e aveva fatto amicizia.

Con uno di loro, in particolare, un ventenne che lavora in un’industria della zona, c’era stata una simpatia ulteriore. I due si erano incontrati da soli. Lei pensava si sarebbero dati qualche bacio, e non aveva intenzione di andare più avanti con quel ragazzo. Ma a lui non interessavano le tenerezze, e senza curarsi del fatto che lei non volesse l’avrebbe violentata, costringendola a subire un rapporto completo.

Di questo poi lui si sarebbe vantato con gli amici mentre lei, sconvolta, era andata in ospedale. In quei giorni non era ancora in vigore il cosiddetto «codice rosso», la corsia preferenziale per le indagini sulle violenze di genere.

Ma sanitari e investigatori lo hanno applicato lo stesso. Al pronto soccorso sono stati refertati alcuni segni sul corpo della 15enne, compatibili con il fatto di aver subito una violenza. La ragazzina poi – raggiunta in Italia dai familiari – è stata subito sentita con l’incidente probatorio, cioè con la procura, il giudice e il difensore dell’indagato, e con l’assistenza di uno psicologo: le sue parole potranno essere utilizzate nel processo, evitando di richiamarla a testimoniare in aula. E le sue parole sono state una chiara conferma delle accuse. Per lei, l’ambasciata ha nominato un avvocato che segua la vicenda.

Anche il ventenne poi è stato sentito dai carabinieri, ma ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Per il ragazzo, il procuratore capo Giovanni Giorgio ha chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Ma il giudice ha rigettato la richiesta, poiché si sarebbe trattato di un episodio occasionale. La procura allora ha fatto appello, e il tribunale del riesame ha accolto il ricorso, ordinando gli arresti domiciliari per il giovane. Ma a quel punto, gli avvocati difensori hanno presentato il ricorso in Cassazione, e ora sarà la corte a dover dire l’ultima parola sulla questione.