
di Asterio Tubaldi
Quali sono i poteri che un’amministrazione ha per contrastare i furti e, in genere, i fenomeni delittuosi? A leggere il recente comunicato del consigliere della Lega Benito Mariani, l’amministrazione recanatese, purtroppo, ha dimostrato in tutti questi anni di non essere in grado di contrastare gli atti vandalici e i furti subiti di recente dai luoghi di culto e, quindi, di garantire la sicurezza urbana e il rispetto delle varie norme. "Il sindaco, anche in qualità di ufficiale di governo – ha affermato Mariani – ha dei poteri d’intervento e di azione che sono previsti dalla legge. Ma in tutti questi anni non si è visto nulla. Un po’ alla Ponzio Pilato". Parole che il sindaco Antonio Bravi critica considerandole improprie e fuori luogo perché "il primo cittadino non è un monarca" e quindi, "non ha potere di intervenire direttamente su questioni come quelle di cui si discute. Può sicuramente, come effettivamente fa, impegnarsi a tenere contatti con tutte le istituzioni preposte a garantire la serenità della propria comunità. Nel caso specifico, segnala e chiama in supporto le forze dell’ordine le quali, a propria volta, devono coordinarsi con altri uffici ed enti. Il sistema democratico garantisce tutela anche a chi è attore di reato e questo principio di democrazia spesso non è compreso: si vorrebbe una giustizia immediata, che regola i conti e sistema le cose, ma questa visione giustizialista non ci appartiene e il nostro modo di operare intende essere ligio alla legge e ai principi di democrazia, anche se questo significa tollerare tempi più lunghi". Sul tema interviene anche Paola Nicolini, assessore ai Servizi sociali, tirata in ballo anche per la presenza, in questi atti vandalici e criminosi, di minori o di tossicodipendenti. "I servizi sociali hanno molteplici aree di intervento, che comprendono diversi ambiti della società come l’assistenza agli anziani, alle persone non autosufficienti e ai soggetti con disabilità, le situazioni familiari delicate in cui sono presenti dei minori o l’inclusione sociale di soggetti in condizioni di povertà. Il principio fondamentale, su cui si basa il servizio sociale è quello dell’autodeterminazione, vale a dire la decisione da parte del soggetto di chiedere o meno assistenza e la sua motivazione a modificare il proprio comportamento, se socialmente inadatto. Senza queste componenti, il servizio sociale non può intervenire".