PAOLA OLMI
Cronaca

Scoperta la superlarva che mangia polistirolo: così pulisce il mare e le coste

Interessante studio dell’Unicam sullo smaltimento di uno dei principali inquinanti dell’ambiente. Ottime potenzialità, ma va valutato l’impatto del processo sulla salute degli insetti

L’unità di ricerca di Unicam ha approfondito le ricerche in ambito internazionale effettuate mesi fa

L’unità di ricerca di Unicam ha approfondito le ricerche in ambito internazionale effettuate mesi fa

Macerata, 6 agosto 2023 – L’unità di ricerca e didattica (Urdis) dell’Università di Camerino con sede a San Benedetto del Tronto ha avviato - sulla scia di ricerche in ambito internazionale effettuate mesi fa - un’interessante studio sullo smaltimento di uno dei principali inquinanti dell’ambiente marino e costiero: il polistirolo.

Il gruppo di ricerca di Unicam, formato dal professor Francesco Palermo, dal dottor Paolo Cocci e dal dottor Mario Marconi, ha condotto una serie di esperimenti che, in prima istanza, ha avuto come obiettivo la valutazione della capacità di disgregazione del polistirolo da parte della larva dall’appetito intramontabile, il coleottero centroamericano Zophobas Morio. Le larve di questi animali sono in grado non solo di nutrirsi di polistirolo ma, grazie alla loro speciale flora batterica intestinale, di digerirlo attraverso un processo di biodegradazione enzimatica.

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In pratica queste super-larve riescono a "riciclare" la plastica grazie a enzimi presenti nel loro intestino fornendo ipoteticamente la chiave di un innovativo processo di smaltimento di materie plastiche. A disposizione delle larve è stato sottoposto un quantitativo preciso sia di polistirolo ambientale, raccolto sull’argine di un canale, sia di polistirolo integro e pulito. Questo materiale è principalmente utilizzato nel settore agricolo, nella lavorazione del pesce e negli imballaggi industriali, con un impatto ecotossicologico di enorme rilevanza. Nella prova di alimentazione, durata circa un mese, le larve hanno divorato la metà del polistirolo messo a loro disposizione. Tuttavia, nel gruppo alimentato con polistirolo ambientale, si è registrato un tasso di mortalità più elevato.

I risultati preliminari sembrerebbero indicare nella presenza di contaminanti organici di varia natura, accumulati sul polistirolo ambientale, uno dei potenziali fattori responsabili del dato osservato. I risultati preliminari dimostrano dunque la potenzialità legata all’utilizzo di tale specie nei processi di bioconversione di inquinanti ambientali, ma suggeriscono anche la necessità di valutare attentamente l’impatto di tale processo sulla salute degli insetti, soprattutto nell’ottica del loro conseguente riutilizzo da un punto di vista nutrizionale. Nel frattempo la ricerca continua.