ASTERIO TUBALDI
Cronaca

Tac a mezzo servizio: manca il personale

Non c’è nessuna possibilità per gli esami urgenti, pazienti trasferiti a Civitanova per gli accertamenti da pronto soccorso

Il reparto di Radiologia dell’ospedale di Recanati

Il reparto di Radiologia dell’ospedale di Recanati

All’ospedale di Recanati, la nuova Tac installata nei mesi scorsi continua a lavorare a regime ridotto: nessuna possibilità per gli esami urgenti, le Tac craniche e gli altri accertamenti da pronto soccorso non vengono effettuati sul posto, ma richiedono il trasferimento del paziente all’ospedale di Civitanova.

Una scelta dettata non da limiti tecnici dell’apparecchiatura, ma dalla mancanza di personale sanitario. Attualmente, la strumentazione viene utilizzata solo per esami prenotati, cinque al giorno dal lunedì al venerdì, ai quali si aggiungono – solo il giovedì mattina – gli esami con mezzo di contrasto, grazie alla presenza di un’anestesista per la terapia del dolore. Le urgenze sono escluse: se un paziente arriva al pronto soccorso e necessita subito di una Tac, viene automaticamente trasferito. Questa organizzazione risponde a criteri di sostenibilità interna: aggiungere esami significherebbe superare i limiti di esposizione alle radiazioni previsti per i tecnici, già oggi sottoposti a un carico di lavoro elevato. Ogni mattina è presente un solo tecnico radiologo, e la situazione si ripete al pomeriggio quando l’attività si concentra su mammografie da screening (fino a 11 al giorno), esami RX urgenti esterni prenotati e urgenze da pronto soccorso. La refertazione pomeridiana degli esami è affidata in remoto all’ospedale di Civitanova, perché a Recanati non c’è un medico radiologo in servizio nelle ore pomeridiane. Le ecografie urgenti seguono la stessa logica: o vengono rinviate alla mattina successiva, oppure il paziente viene inviato a Civitanova per l’esecuzione dell’esame. Questo comporta che un anziano, che per molteplici motivi ha più spesso bisogno di una Tac, si vede costretto a salire a bordo di una ambulanza e farsi chilometri di strada per ottenere un esame che potrebbe essere tranquillamente eseguito a Recanati.

Sul fronte delle condizioni strutturali, emergono inoltre segnalazioni preoccupanti riguardo alla stabilità dell’edificio ospedaliero. In più punti – anche visibili dall’esterno – si notano crepe crescenti, probabilmente legate al progressivo assestamento del terreno. La costruzione della nuova palazzina accanto alla struttura principale, anziché rappresentare un miglioramento, rischia di coesistere con un quadro strutturale deteriorato e mai realmente affrontato. L’analisi complessiva restituisce l’immagine di un presidio in sofferenza che, nonostante l’installazione di tecnologie all’avanguardia, non riesce a garantire i servizi essenziali per i cittadini. La mancanza di personale – sia tecnico che medico – si conferma come il vero nodo critico della sanità territoriale.

Asterio Tubaldi