LORENZO FAVA
Cronaca

Tacconi nell’inferno di Gaza: "Lavoriamo tra la disperazione, assaltati pure i nostri convogli"

Il 61enne maceratese in prima linea nella Striscia per un’agenzia delle Nazioni Unite "Abbiamo strutture di fortuna, senza riscaldamenti. Però almeno non cadono le bombe" .

Il 61enne maceratese in prima linea nella Striscia per un’agenzia delle Nazioni Unite "Abbiamo strutture di fortuna, senza riscaldamenti. Però almeno non cadono le bombe" .

Il 61enne maceratese in prima linea nella Striscia per un’agenzia delle Nazioni Unite "Abbiamo strutture di fortuna, senza riscaldamenti. Però almeno non cadono le bombe" .

"La situazione è disperata da ormai quindici mesi. Dopo il 7 ottobre del 2023 un milione e mezzo di persone in 48 ore si sono spostate da nord a sud della Striscia di Gaza, dove si è creata un’enorme tendopoli. Ora, con la tregua, ai palestinesi è stato consentito di tornare a Gaza City, ma è tutto distrutto". Emanuele Tacconi, maceratese 61enne, si trova da quasi un anno nella Striscia di Gaza, dove lavora per un’agenzia della Nazioni unite, la Unfpa (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione ), che si occupa di donne, in particolare si adopera per favorire parti sicuri, accompagnandole per tutto il percorso della gravidanza. "Cerchiamo di creare spazi sicuri per le vittime di violenza, posti dove possano rifugiarsi e avere supporto psicologico. Io in particolare mi occupo di logistica, ricevo materiali che arrivano dal nord della Striscia o dal sud, attraverso l’Egitto. I camion con i materiali – specifica Tacconi – arrivano dopo essere stati approvati dalle autorità israeliane. Molti ne vengono rigettati".

"I kit sanitari – aggiunge il funzionario maceratese al telefono da Gaza – a volte vengono smembrati, non ci consentono di avere batterie, forbici o bisturi, in quanto possono avere altri tipi di utilizzo. C’è poi il problema delle bande criminali, da tempo strutturate lungo la strada. Centinaia di persone assalgono i nostri convogli, rubano tutto quello che possono, cercando spesso cibo, acqua o materiali da rivendere; noi trasportiamo essenzialmente medicinali, loro non se ne fanno nulla. Viene tutto distrutto". Per far fronte a questo problema, spiega Tacconi, "appendiamo degli striscioni sui camion, dichiarando che trasportiamo materiale sanitario. Cerchiamo di mitigare il problema". A maggio scorso, racconta Tacconi, "Rafah è stata evacuata, ci siamo spostati anche noi. La zona è stata presa in consegna dall’esercito israeliano, che ha fatto spostare le persone a Deir el-Balah, nella zona centrale della striscia di Gaza". Da due settimane circa "alle persone è stato consentito di tornare verso nord, a Gaza City. Lì è tutto distrutto, ci si sta organizzando con mezzi di fortuna. Si rimette a posto come possibile la propria casa".

Lo spostamento verso nord avrebbe riguardato quasi 600mila persone in pochi giorni. Tacconi racconta che "molte infrastrutture, tra scuole e ospedali, sono distrutte. Da un paio di settimane però non ci sono bombardamenti, il che aiuta". Al netto di questo, Tacconi racconta che "al momento abbiamo strutture di fortuna, con poca elettricità, data da pannelli solari, e senza riscaldamenti. Anche le nostre strutture sono autorizzate dal governo israeliano". Con l’elezione di Donald Trump negli Usa, "molti sono preoccupati, specie dopo l’annuncio di voler portare via i palestinesi per creare un resort. Queste persone sono sempre state soggette a scelte poco comprensibili. In questo momento per loro significherebbe lasciare un cumulo di macerie, ma che è pur sempre la loro casa".

"La speranza – conclude Tacconi – è che il processo di pacificazione sia duraturo e sia l’inizio di una ricostruzione. Richiederà molti anni. Vanno ricostruite le infrastrutture, ma innanzitutto vanno ripulite le macerie". Tacconi racconta che "già potersi spostare liberamente all’interno della Striscia è una gran cosa; bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi, visto che è pieno di materiale esplosivo inesploso, che andrà bonificato e ripulito. Non sarà a breve, serve innanzitutto una tranquillità stabile".