"Tanti camionisti senza Green pass Così le consegne sono a rischio"

Settore dell’autotrasporto in fibrillazione: molti autisti non vaccinati e gli stranieri hanno ricevuto lo Sputnik. Cna e Confartigianato: "Difficile organizzarsi non sapendo se il dipendente è vaccinato o ha solo il tampone"

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di Marta Palazzini

"Difficile rimpiazzare gli autisti, il rischio è avere gli scaffali dei supermercati vuoti". Anche per il settore degli autotrasportori è vigilia di Green pass obbligatorio per lavorare, ma le associazioni di categoria riportano le forti preoccupazioni che agitano in queste ore gli imprenditori: secondo Cna e Confartigianato la percentuale dei vaccinati rispecchierebbe il dato nazionale, e forse sarebbe anche leggermente inferiore, ma reperire sostituti in questo settore è molto difficile, perché trovare camionisti era un problema già prima della pandemia. Il problema però è che qualsiasi bene materiale si sposta quasi esclusivamente su gomma, e nel caso dovessero sospendersi alcuni di questi servizi verrebbero a mancare pure i beni primari.

"Come associazione abbiamo scritto al ministero dei Trasporti, perché alcuni passaggi che sono molto semplici per chi lavora negli uffici, sono molto complessi per il nostro settore – dice Riccardo Battisti, referente Cna Marche Fita –. Il datore di lavoro deve verificare il certificato verde, ma può capitare che l’autista esca dall’azienda il lunedì mattina e torni il venerdì sera: come si fa? Chiediamo che i titolari delle aziende di trasporto non siano penalizzati sul mancato controllo dei propri dipendenti quando sono impossibilitati a farlo. Chiediamo poi che venga riconosciuto il vaccino Sputnik per il Green pass: ci sono molti lavoratori dell’Est e purtroppo sappiamo che in quei Paesi la percentuale di vaccinati è molto bassa, e comunque chi ce l’ha ha fatto lo Sputnik. Nelle aziende abbiamo un 3040 per cento di autisti che vengono dall’Est, e non è facile trovare gli addetti per le sostituzioni, c’era difficoltà a reperire gli autisti già da prima: potremmo trovare anche gli scaffali vuoti. Sarebbe utile che il titolare possa sapere chi ha il vaccino e chi no: se ho dieci autisti e so che otto sono vaccinati, la situazione rimane più semplice da gestire soprattutto nell’ottica di organizzare il lavoro". "C’è l’obbligo del controllo del 50% dei dipendenti a rotazione con una logica di casualità – ha sottolineato Paolo Zengarini della Confartigianato –. Nel caso risultassero dipendenti senza Green pass questi devono essere allontanati e sospesi dal lavoro. Mi hanno chiamato alcune aziende e sono preoccupate perché alcuni loro autisti hanno già dichiarato di non volersi adeguare alla norma. Il Green pass si inserisce in un periodo già complesso: non c’è ricambio generazionale e non si trovano autisti. Tutto ciò è dovuto sia al costo per ottenere le patenti, sia per il lavoro in sé; poi se consideriamo tutti gli aumenti dei carburanti dell’ultimo periodo, è chiaro che il settore soffre".

"L’80 per cento delle merci in Italia girano su gomma – conclude Zengarini –, per questo potremmo avere ripercussioni tutti. Avevamo chiesto la possibilità di sospendere momentaneamente la legge sulla privacy: se il lavoratore ha un Green pass valido perché si è fatto il vaccino, il titolare sa che ha durata di sei mesi e può programmare il lavoro, altrimenti si rischia che durante la trasferta di lavoro l’autista sia scoperto. La percentuale dei non vaccinati dovrebbe essere tra il 10 e il 20 per cento".