CHIARA MARINELLI
Cronaca

Tentato omicidio di un cacciatore: “Il coltello? Volevo difendermi”

Sentito in tribunale il 64enne respinge le accuse: a Pieve Torina avrebbe colpito un 47enne che era con il figlio

L’avvocato Calogero Talluto

L’avvocato Calogero Talluto

Macerata, 21 maggio 2025 – “Non volevo colpirlo, ma solo tenerlo lontano”. Così si è difeso ieri mattina Giancarlo Ricottini, il 64enne di Pieve Torina sotto processo per tentato omicidio, accusato di aver colpito alla schiena un cacciatore 47enne di Fiuminata. Ieri in tribunale a Macerata sono stati sentiti l’imputato, il consulente medico legale della difesa Piergiorgio Fedeli e un testimone.

L’episodio era avvenuto alle 17.30 dell’11 aprile scorso, in località Fiume a Pieve Torina. Il fiuminatese era andato ad addestrare i cani da caccia in un’area che viene affittata dai cacciatori proprio per questo scopo. Aveva portato con sé il figlio, che all’epoca aveva 6 anni, e un amico 77enne. Ma a un certo punto era arrivato Ricottini con tre cani maremmani, e avrebbe chiesto ai fiuminatesi di andarsene, rivolgendosi in modo minaccioso al 77enne.

Il cacciatore si era avvicinato per difendere l’amico tenendo il figlio per mano, convinto che non potessero esserci pericoli. E invece il 64enne avrebbe estratto una pattada, un coltello sardo usato solitamente dagli agricoltori per fare lavori nei campi, e lo avrebbe colpito al torace, mentre era di spalle. Il 47enne era stato subito soccorso e portato all’ospedale di Camerino, mentre sul posto erano iintervenuti i carabinieri di Camerino, chiamati a svolgere le indagini per ricostruire quanto accaduto.

Ieri l’imputato, difeso dall’avvocato Calogero Talluto, ha dato la sua versione dei fatti, dicendo che non aveva alcuna intenzione di fare del male al 47enne e di aver tenuto in mano un coltello soltanto per tenerlo lontano. Ha riferito anche di essersi spaventato dopo l’accaduto, e di essere scappato via per questo. In aula poi è stato sentito anche il consulente medico legale, il dottor Fedeli, secondo il quale la lama del coltello era entrata per massimo un centimetro e mezzo e in un’area del corpo dove non ci sono punti vitali, dunque non avrebbe potuto uccidere il 47enne. Il cacciatore aggredito si è costituito parte civile con l’avvocato Paolo Rossi. L’udienza è stata rinviata al 23 settembre, quando sarà pronunciata la sentenza.