Terremoto, la legge che regala soldi. Un tesoro da 47 milioni senza regole

Fondi alle partite Iva per l’attività sospesa. Anche per un giorno

DANNI Una casa demolita dopo le scosse a Pieve Torina (foto Calavita)

DANNI Una casa demolita dopo le scosse a Pieve Torina (foto Calavita)

Macerata, 30 luglio 2017 - «La normativa non prevede un periodo minimo di sospensione dell’attività causata dagli eventi sismici». Le misure di sostegno al reddito si basano su questo presupposto: i famosi 5mila euro una tantum per gli autonomi sono destinati a chi ha sospeso l’attività, ma non c’è bisogno di dire per quanto tempo. Dunque lo stop potrebbe essere stato più o meno lungo, ma soprattutto più o meno ‘doloroso’: stando alla guida procedurale per la presentazione delle domande, dove è riportata al punto 4 la dicitura indicata sopra, se la sospensione è stata una vera e propria mannaia o poco più di un fastidio, non importa. Se verrà riconosciuta la legittimità del beneficio arriveranno 5mila euro. Che detta così non sembra poi nemmeno una cifra così sconvolgente e allora proviamo ad allargare il compasso e a buttare un occhio sulla spesa complessiva: 47,8 milioni (oltre 17 dei quali in provincia di Macerata) di euro solo per gli autonomi, come stabilito dalla convenzione sottoscritta dai ministeri del lavoro e dell’economia e dai presidenti delle quattro regioni interessate. Vista da questa prospettiva forse la questione assume un valore un po’ più consistente, soprattutto se si considera che ci sono altri 48,2 milioni per le agevolazioni destinate ai lavoratori dipendenti del settore privato.

Tornando agli autonomi, c’è da dire che non si fanno valutazioni: se un professionista non ha lavorato per mesi e un altro non l’ha fatto per molto meno non c’è differenza, se l’Isee è di 10mila o 100mila euro non cambia niente. Alla fine chi ha diritto al beneficio prende quella somma, fissa, di 5mila euro. Perché l’unica regola è la sospensione dell’attività a causa del sisma. Su tutto questo aleggia il ‘generatore di Lehmer’, che non è una qualche diavoleria tecnologica ma l’algoritmo che sta alla base di un generatore di numeri pseudo-casuali, che a sua volta è il sistema scelto per il controllo: che verrà effettuato su un campione del 5% delle domande ricevute.

In tutto questo la discriminante è una sola e riguarda i grandi centri, quelli del cosidetto ‘cratere bis’: nella fattispecie si tratta dei residenti di Ascoli, Macerata e Fabriano i quali, nella fase di redazione dell’istanza, hanno dovuto certificare l’inagibilità del fabbricato, casa di abitazione, studio professionale o azienda. Forse nella foga dei decreti a nessuno sarà venuto in mente di pensare a differenziazioni su base reddituale e in relazione al tempo di sospensione dell’attività, due elementi che avrebbero reso sicuramente più equa la distribuzione delle risorse: ma almeno l’inagibilità, il danno vero subito, poteva essere una condizione da far valere per tutti. Sarà per la prossima volta.