Terremoto Macerata, le casette continuano a marcire. "Costretti ad andarcene"

Muccia, pavimenti impregnati di muffe e funghi

Muffa e funghi nelle casette per i terremotati a Macerata

Muffa e funghi nelle casette per i terremotati a Macerata

Muccia (Macerata), 24 novembre 2018 - Continuano a marcire le casette dei terremotati. Dopo le 56 di Visso, con i pannelli umidi montati nei soffitti in due aree Sae circoscritte, ora tocca a quelle realizzate dal Consorzio Nazionale Servizi in diversi paesi colpiti dal sisma, come Muccia e Monte Cavallo, ma anche Norcia e Cascia, dove ad ammuffire sono i pannelli sotto al pavimento. Cresce infatti, giorno dopo giorno, il numero delle soluzioni abitative di emergenza che necessita di un intervento delle ditte per sostituire i pannelli imbibiti di acqua, che si gonfiano e marciscono sotto i piedi dei terremotati.

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La situazione più grave si sta verificando a Muccia, nell’area Pian di Giove, dove giovedì è stato effettuato anche un sopralluogo della commissione ambiente della Camera. Consegnate in più stralci dallo scorso inverno, a oggi sono circa 35 le casette marce, e altrettanti i nuclei familiari che sono stati o saranno costretti a smontare tutto e lasciare per qualche giorno le abitazioni nelle mani degli operai. Ma nell’area di Pian di Giove, dove le casette sono in tutto 96, ne mancano ancora almeno 25 da verificare. La prima a denunciare quello che stava succedendo, più di un mese fa, è stata Antonella Pasqualini, che già dallo scorso agosto segnalava al Comune di avvertire avvallamenti.    «Dopo di me sono venute fuori tante altre situazioni come la mia – ha affermato la giovane mamma – a qualcuno sono cresciuti i funghi nella camera di un figlio, a un’altra signora sono andati a rifare i lavori e sostituire i pannelli più di una volta. Le case marciscono a file intere, a blocchi, non una ogni tanto. Siamo preoccupati per questa situazione e ci chiediamo se questo intervento porrà fine alle problematiche o se fra qualche tempo si dovrà ricominciare da capo». La preoccupazione di Antonella Pasqualini è condivisa da tutte le famiglie che oggi si trovano a dover fare i conti con una problematica che non sembra ancora del tutto chiarita. Durante il sopralluogo dei responsabili del Cns infatti, il progettista Leonardo Gatti aveva spiegato che le casette che presentavano il danno «sono state montate con il pannello già bagnato, che in fase di stoccaggio ha preso un po’ d’acqua. E questo non è stato fatto asciugare bene nel montaggio, perché sono stati troppo rapidi a coprirlo con il pavimento in pvc creando sopra una barriera che non lo ha lasciato traspirare. Ci siamo sincerati che la causa tecnica non dipendesse dalla progettazione o in generale da un vizio di fabbrica. Ora faremo manutenzione e sistemeremo dove si sono riscontrate queste problematiche».

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I terremotati però ricordano che è cosa nota che sopra all’area delle casette c’è una fonte di acqua e che, tra l’altro, c’è ancora da terminare l’urbanizzazione secondaria in una parte, dove mancano i canali di scolo con il rischio di una canalizzazione di acque, pioggia e fango, verso le casette.    La stessa situazione si è verificata anche a Monte Cavallo, dove stavano marcendo 5 casette su 10, ma anche fuori Regione, come conferma Francesco Pastorella, in rappresentanza dei comitati dei terremotati. «Non escludo che il numero delle casette marce di Muccia aumenterà – ha affermato – lunedì proseguiranno i controlli. Saranno circa 50 a Norcia, 20 a Cascia, circa 30 a Accumoli, con problematiche di umidità». Una situazione che sta diventando insostenibile per decine di famiglie costrette fuori casa ancora una volta, anche se solo per alcuni giorni, da quella che sarebbe dovuta essere per loro una riacquistata quotidianità e il tentativo di ritrovare un equilibrio dopo tanti mesi».