Terremoto, spiragli per le casette fai da te

La Regione aveva minacciato la demolizione. "A febbraio arrivano le stalle". Le rassicurazioni di Curcio e Martina agli sfollati

INSIEME Il ministro Martina tra Ceriscioli ed Errani

INSIEME Il ministro Martina tra Ceriscioli ed Errani

Macerata, 11 gennaio 2017 - Sarà pronta a breve l’ordinanza che prevede deroghe alle normative paesaggistiche e ambientali per l’installazione di moduli abitativi, stalle mobili o container per lo stoccaggio del fieno. Lo ha annunciato ieri ad Ancona Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile nazionale, nel corso di un incontro al quale hanno partecipato anche il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, il commissario Vasco Errani e il governatore Luca Ceriscioli. Qualcosa, quindi, inizia a muoversi sui due fronti che hanno acceso le proteste dei terremotati. Nel caso delle casette, infatti, la Regione nelle scorse settimane aveva ribadito che i privati non possono attrezzarsi autonomamente sui propri terreni: chi avesse messo un casetta di legno in giardino, per esempio, sarebbe andato incontro alla demolizione, trattandosi di un abuso edilizio. Ora dovrebbe essere in arrivo la linea morbida, con deroghe alle norme ambientali.

Sul fronte delle stalle, invece, nei giorni scorsi diversi allevatori si erano lamentati dei ritardi, con le bestie costrette a stare al gelo. Ieri Martina, Curcio, Errani, Ceriscioli e l’assessore regionale all’Agricoltura Anna Casini hanno incontrato i vertici di Coldiretti Marche, al cui timone c’è Tommaso Di Sante, il coordinatore nazionale per le aree terremotate. È emerso che sono oltre settecento le strutture mobili necessarie per le aziende agricole danneggiate, tra moduli abitativi, moduli stalla e moduli magazzino-fienile. Circa l’80% delle richieste riguarda la provincia di Macerata. A fronte delle necessità, rese ancora più urgenti dalle nevicate, secondo Coldiretti, «ad oggi risultano completate con la presenza degli animali solo un paio di stalle mobili richieste per il terremoto del 24 agosto».

Un dato amaro, aggravato dal freddo. «Il pericolo per gli animali costretti a restare all’aperto – continua l’organizzazione – è quello di ammalarsi e morire, mentre si contano già aborti e cali di produzione del latte fino al 50% per i disagi che mucche e pecore stanno vivendo. A pesare sui ritardi è soprattutto l’eccessiva burocrazia, tra schede da compilare e autorizzazioni di vario tipo da richiedere, senza le quali si rischia l’abuso edilizio». Coldiretti chiede quindi «un cambio di passo, con l’abbattimento della burocrazia, l’assegnazione e il completamento delle strutture nel giro di un mese». E il ministro Martina risponde: «Arriverà a febbraio la prima tranche degli interventi per aiuti diretti per le aree dell’Italia centrale colpite dal sisma: 11 milioni di euro agli allevatori danneggiati». «Sarà pronta a breve l’ordinanza che prevede deroghe alle normative paesaggistiche e ambientali», ha aggiunto Curcio.