Terremoto Fermo e Macerata, il geologo: "E' iniziato un nuovo sciame sismico"

Il geologo e sindaco di Camporotondo, Tondi: voglio fare prevenzione, non allarmare

Il sindaco uscente di Camporotondo, il geologo Emanuele Tondi

Il sindaco uscente di Camporotondo, il geologo Emanuele Tondi

Macerata, 21 aprile 2019 - È iniziato un nuovo sciame sismico nell’alto Maceratese, a Caldarola e sul monte Fiegni (Fiastra), ovvero una zona diversa, fuori da quella destabilizzata dal terremoto del 2016. E’ quanto scoperto dal sindaco uscente di Camporotondo, il geologo Emanuele Tondi, che non si ricandiderà alle elezioni. Ieri mattina, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, ha spiegato come la terra sta continuando a tremare, anche alla luce delle ultime scosse. Il post esordiva con: «Buona Pasqua e…teniamo duro». «Teniamo duro innanzitutto a livello psicologico – spiega Tondi –. Dobbiamo ricordarci che comunque viviamo in una zona sismica e bisogna fare prevenzione: la raccomandazione è sempre la stessa, abitare e frequentare edifici non vulnerabili e fare attenzione a quelli già danneggiati, rispettando le zone interdette e/o rosse segnalate». Il geologo analizza quindi i movimenti che di recente si stanno verificando nell’area del monte Fiegni, a cavallo fra i Comuni di Fiastra, Caldarola, Cessapalombo e Valfornace.

Terremoto Fermo, scossa di magnitudo 3.1

«Purtroppo – afferma – negli ultimi tre mesi, la zona è tornata a generare numerosi terremoti, sempre di piccola magnitudo, che si dispongono con un’orientazione preferenziale». A differenza delle altre volte si sono allineati con orientazioni preferenziali che ci potrebbero indicare le faglie attive dell’area e due sono i centri individuati: quello appunto tra monte Fiegni e Caldarola (6-8 chilometri di lunghezza), orientata nord-nord est, e quello a San Severino, est-ovest (4-6 chilometri). «Anche se le localizzazioni estratte dal sito Ingv non sono ricalcolate e quindi possono contenere delle imprecisioni, la possibilità che questi terremoti ci stiano facendo vedere le faglie attive dell’area c’è – dichiara –. La presenza di più faglie di queste dimensioni sembra compatibile con la sismicità storica dell’area e, in particolare, con il campo macrosismico associato al terremoto storico del 1799 (magnitudo 6). Ricordiamoci che i terremoti avvengono sempre nelle stesse zone, dove appunto ci sono le faglie attive, e con caratteristiche simili; quindi, quello che è successo in passato avverrà di nuovo in futuro. Quando non lo sappiamo. Certo è che, durante uno sciame sismico, la probabilità che si verifichi un terremoto più forte, associato alle faglie attive principali dell’area, aumenta. Non sono terremoti random distribuiti in maniera casuale: si concentrano su delle strutture, ce le fanno vedere». Sarebbero possibili quindi altre scosse. Ma ovviamente non è dato sapere quando. «Ribadisco – conclude – che l’intento è informare e fare prevenzione, non allarmare».