Terremoto Marche 2016, casetta divorata dalla muffa. "Dormo in sala"

Fiastra, l’odissea di Remo Ciuffetti: pronto a denunciare Arcale

Remo Ciuffetti mostra le foto della casetta sul suo cellulare

Remo Ciuffetti mostra le foto della casetta sul suo cellulare

Macerata, 25 ottobre 2018 - Incubo senza fine per i terremotati nelle casette, che si trovano a vivere, due anni dopo il sisma, in mezzo alla muffa. È quanto sta capitando a Remo Ciuffetti, 64 anni, muratore, residente nell’area Sae di Polverina, a Fiastra: da agosto 2017 abita in un modulo di 40 metri quadrati.

Dopo atti depositati in Comune, chiamate ai tecnici del consorzio Arcale (incaricato delle fornitura delle casette) e telefonate ai carabinieri e all’ufficio igiene, sta ora valutando di denunciare Arcale, assistito dagli avvocati Fabrizio Giustozzi e Olindo Dionisi. Non si tratta solo delle casette che stanno velocemente marcendo (così come è successo a Visso, e i primi segni ci sono anche a Pieve Torina), ma anche della fortissima puzza che proviene dalle fognature, oltre a problemi di scarico in bagno. E se qualcuno ha già lasciato, disgustato, la sua abitazione in legno, Ciuffetti sottolinea che anche lui sarà costretto ad andarsene a breve se la situazione non migliorerà.

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«Per adesso metterò un letto in sala – racconta –, proverò a organizzarmi in qualche modo, in camera è impossibile stare e anche nel corridoio, non si apre nemmeno più la porta a causa della muffa, oltre al fatto che l’aria è irrespirabile. Anche l’esterno dell’abitazione sta marcendo. Per questo ho chiamato l’ufficio igiene, che dovrebbe venire sabato a verificare, per capire se la muffa sia tossica o meno. C’è la possibilità che sia pericoloso respirarne l’odore, nel caso in cui quella roba fosse frutto dei liquami in decomposizione nelle fogne».

L’odissea di Ciuffetti comincia più di un anno fa, quando vengono consegnate le casette a Polverina, dopo 12 mesi di attesa seguiti al terremoto in cui il 64enne si è arrangiato dormendo dalla sorella, in una frazione di Camerino. «Da subito si sentiva la puzza – spiega Ciuffetti –, e ho informato sia il Comune sia Arcale. I tecnici del consorzio sono venuti, e hanno detto che le fogne si dovevano ancora assestare. Una frase senza senso, per me che lavoro nel settore edile, e so che le fognature non si assestano ma vanno semplicemente realizzate come si deve fin dall’inizio». Soltanto a luglio di quest’anno «dopo una mia telefonata, i tecnici sono venuti a svuotare le fogne».

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Ma lui non si fidava che il problema fosse stato risolto, e intanto stavano comparendo le prime macchie di muffa: così Ciuffetti ha iniziato a depositare delle lettere – atti protocollati – in Comune. «Speravo che in breve tempo qualcuno si preoccupasse di affrontare la situazione – prosegue –, invece, tre mesi dopo (il 10 ottobre scorso), sono tornato in Comune e ho lasciato una relazione come la prima, solo che stavolta specificavo che i problemi di muffa si erano accentuati. Ho chiamato i carabinieri, che la settimana scorsa sono già venuti a controllare, e ora l’ufficio igiene, affinché siano svolte analisi sulla muffa, appena avuti i risultati deciderò il da farsi, sto valutando di denunciare Arcale tramite i miei avvocati».