Tolentino si ferma per l’ultimo saluto a Nicola "Eri la luce che illuminava le nostre vite"

Stadio pieno per l’addio al 12enne morto in un incidente. Gli amici: "Sei il nostro angelo, adesso aiutaci a diventare uomini"

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di Lucia Gentili

L’abbraccio della città per l’ultimo saluto al 12enne tolentinate Nicola Scisciani, morto nell’incidente di domenica pomeriggio in contrada Villamagna a Urbisaglia. Stadio della Vittoria pieno, tutti i sacerdoti della città a concelebrare la messa, il gruppo scout Agesci Tolentino 1, i compagni di classe, gli amici del basket e di calcio, gli amministratori comunali, famiglie intere. Ieri pomeriggio la città si è come fermata; le attività commerciali del centro storico, ad esempio, hanno posticipato l’apertura. Lacrime, dediche, palloncini bianche e niente tappeti, perché il ragazzino avrebbe voluto vivere, da bravo scout, anche questo momento a terra, sull’erba. Davanti la famiglia, nonna Rosina, babbo Silvano, mamma Luisa e la sorella gemella di quest’ultima (nonché mamma dei due giovani coinvolti nell’incidente). Si sono sempre tenute per mano durante il funerale, legatissime da sempre.

Addio a Nicola Scisciani, il cugino presente al funerale

C’erano ovviamente anche il fratello maggiore di Nicola, di 16 anni e caposquadriglia negli scout, e il cugino (il 19enne di Mogliano che guidava la monovolume), dimessi il giorno prima dall’ospedale. Resta ricoverata a Torrette la sorella del 19enne. Dietro la platea, sugli spalti, centinaia di persone, a dimostrare affetto e vicinanza.

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"Nicola tu eri un bravo scout – ha esordito rivolgendosi al 12enne padre Gabriele Pedicino, priore della basilica di San Nicola – ma la messa non ti piaceva tanto. Eppure guarda quanta gente hai raccolto per una messa. E la vedrai con gli occhi di chi abita il cielo. Nicola era un piccolo uomo di pace, fermo nelle cose importanti, sorridente e gioioso, come chi ha incontrato il Signore. Questa vita sulla terra è per preparare il cielo. Non c’è un tempo, non ci sono anni. Questo è il compimento della vita". Nicola faceva parte degli EG, esploratori e guide. "Nicola esplora il paradiso – ha aggiunto padre Gabriele –, scopri questa destinazione, questa casa, e diventa guida per tutti". Grandi e piccini hanno le dediche per Nicola, e qualcuno, pur tra le lacrime, è riuscito a strappare qualche sorriso ai presenti, ricordando le avventure del 12enne, come quando aveva bruciato i carciofi o rotto il frigo. "Senza di te la classe è spenta – ha detto una compagna di scuola (la terza media sezione C) – eri la luce che illuminava la stanza. Ci rivedremo lassù, per ridere e scherzare insieme". "Baci e abbracci angelo nostro, dalla terza C", ha aggiunto la sua classe lasciando ciascuno un ricordo. "È come se, senza di te, avessimo perso le nostre identità – ha letto un amichetto –. Poi ieri sera (alla veglia di lunedì, ndr) abbiamo ascoltato le parole di don Marco (Petracci) e padre Gabriele: hanno detto che non dobbiamo trovare risposte a domande più grandi di noi, e che tu sei accanto a noi, anche se non ti vediamo. Tu ci sei Sciscio, sei qui e ci aiuterai a diventare grandi uomini e grandi donne. Daremo un senso all’amicizia che ci hai donato, perché è unica. Come te. Ciao amico del nostro cuore". Anche il sindaco Giuseppe Pezzanesi è intervenuto, dopo aver abbracciato forte i genitori del 12enne: "Le tante persone presenti testimoniano l’amore lasciato da Nicola – ha affermato –. Non dimentichiamocelo, nella vita di ogni giorno. Quanto accaduto deve far riflettere ed essere da insegnamento su come affrontare la vita, quando pensiamo alle cattiverie e alle cose stupide". "Da piccolo venivo bullizzato – ha aggiunto un ragazzino di colore – e invece con Nicola mi sono sentito accolto". "Ora sei in un posto migliore", ha detto un altro coetaneo. "Nicola era disponibile, buono e buffo – ricorda un’amica di famiglia, Cinzia Pucciarelli –. Non ci siamo mai accorti di avere un angelo accanto, finché non ha spiccato il volo. Non dobbiamo lasciare che questo sia stato vano". "Su ali d’aquila" ha accompagnato il volo dei palloncini fino a Nicola, in un lungo e commosso applauso.