Toro Seduto, il bilancino della memoria

E questa considerazione dà fiato alle trombe di entrambi gli schieramenti: da una parte c’è chi scorge nell’omaggio a Toro Seduto una sorta di battaglia culturale d’avanguardia; dall’altra c’è chi è convinto che Civitanova si stia coprendo di ridicolo con una decisione che non ha precedenti. Comunque la si pensi, il vero punto della questione sta nella genesi di tutta la vicenda. Bisogna tornare indietro al 2018, quando il centrosinistra propose in consiglio comunale di intitolare uno spazio ad Anna Frank, la giovane ebrea divenuta simbolo della Shoah. Fausto Troiani (all’epoca vicesindaco e oggi presidente del consiglio comunale) fece notare che nella storia di genocidi ce ne sono stati tanti: “Se serve un simbolo, perché non Toro Seduto?” Insomma, una sorta di par condicio, di bilancino della memoria, come se la figura di Anna Frank potesse essere considerata da qualcuno divisiva, controversa o di parte. La maggioranza si è affannata a precisare che le parole di allora di Troiani nulla c’entrano con le decisioni di oggi. E che si è scelto di intitolare spazi sia a Toro Seduto che ad Anna Frank in nome del superamento di vecchie divisioni ideologiche. Peccato che, intervistato dall’Ansa, l’esponente del Carroccio e presidente della commissione Toponomastica Giorgio Pollastrelli si sia sbilanciato in questo modo, rispondendo alla domanda se Toro Seduto è da considerarsi di destra o di sinistra: “Era un leghista doc, amava e difendeva la sua terra e l’identità del suo popolo”. Sembrerebbe una boutade anche questa, invece c’è qualcuno che lo pensa davvero.

Giancarlo Falcioni