Tra le stanze del grande poeta Leopardi "Ancora oggi le sue opere sono più vive che mai"

Entusiasti gli alunni: "Siamo entrati nel suo mondo grazie allo studio in classe e ai racconti delle guide".

Tra le stanze del grande poeta Leopardi  "Ancora oggi le sue opere sono più vive che mai"

Tra le stanze del grande poeta Leopardi "Ancora oggi le sue opere sono più vive che mai"

Abbiamo studiato Giacomo Leopardi a scuola. Ci era sembrato un poeta come tutti gli altri, ma la visita a casa Leopardi ci ha fatto comprendere che dietro l’apparenza si nasconde molto di più. Abbiamo avuto la fortuna di visitare Recanati e la casa in cui ha vissuto il poeta di fama internazionale dell’Ottocento, acclamato ancora oggi. La guida ci ha informato che all’interno del palazzo, di 5mila metri quadrati, vivono ancora otto eredi della famiglia Leopardi. Abbiamo visto le biblioteche con i libri che il padre Monaldo collezionò nel tempo. In questa raccolta troviamo alcuni dei testi più rari al mondo. C’è, ad esempio, un volume di otto bibbie tradotte in varie lingue, di cui esistono solo altre due copie al mondo, attraverso il quale Leopardi ha studiato ben otto lingue, tra cui latino, greco, ebraico, francese, inglese, spagnolo e tedesco. Data la sua cultura, era addirittura disposto a dare lezioni di lingue classiche ai suoi professori, i quali, per non mettersi in ridicolo, le rifiutavano.

È proprio in queste biblioteche, affacciate verso la piazza, che Giacomo scrisse la poesia "Il sabato del villaggio". È da quelle finestre che Leopardi vide per la prima volta Silvia, in realtà Teresa Fattorini, figlia del cocchiere di casa Leopardi, della quale si innamorerà. Nello studio abbiamo visto dei disegni realizzati da Giacomo e dai suoi fratelli, e dei test, ideati da Monaldo per far esercitare i sette figli. In una grande sala era presente un palchetto dove, durante le feste, i più giovani si esibivano davanti agli invitati per allenarsi nell’esposizione orale.

Nella stanza da letto del poeta, ci ha emozionato vedere un quaderno e una penna d’oca sopra un banco, davanti alla finestra: da qui, vedendo la famosa siepe, Leopardi fu ispirato a scrivere la celebre lirica "L’infinito".

Infine abbiamo visitato il museo con oggetti di vita quotidiana. Attraverso le parole della guida, che con enfasi e conoscenza ci ha guidato in questo percorso, siamo potuti entrare nel mondo di Giacomo per respirare la sua presenza, le sue passioni, i suoi amori, i suoi pensieri, i suoi "infiniti" piaceri e dolori. Abbiamo compreso che ciò che rende Leopardi diverso dagli altri poeti è la sua immaginazione, che anima le sue opere e le rende vicine e nostre ancora oggi. Giacomo infatti c’era, era lì tra noi, "garzoncelli scherzosi", come a dire "godi fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta", ma a mostrare che la sua gloria è il frutto di grandissima conoscenza, acquisita con lo studio. Alla fine di questa mattinata molto interessante abbiamo salutato il nostro, ormai amico, Giacomo, facendo un indimenticabile selfie con lui.

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