"Traffico di droga Puglia-Marche"

Quattro persone rinviate a giudizio per spaccio. La prima udienza è stata fissata per il 2 febbraio

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di Paola Pagnanelli

Un traffico di cocaina e marijuana tra Civitanova, Foggia e Porto San Giorgio ha fatto finire sotto processo Massimiliano Gaudiano, foggiano residente da tempo in città, la brasiliana Petruska Dos Santos Nascimento, Andrea Migliorini, originario di Ravenna, e Christian Fidani, residente a Porto San Giorgio. Il 4 maggio del 2018, nel corso di un controllo, i carabinieri sorpresero in giro Gaudiano, già noto per questioni di spaccio, in auto con Dos Santos. Alla vista della pattuglia, i due avrebbero gettato fuori dalla loro Fiat Panda un involucro con cocaina e marijuana che, per l’accusa, erano destinate allo spaccio. In casa della coppia, poi, furono trovati e sequestrati altri 15 grammi di cocaina e uno di marijuana, oltre a un bilancino di precisione. Gaudiano, oggetto anche di intercettazioni da parte dei carabinieri, avrebbe spacciato in maniera costante in città dal luglio del 2017 fino al maggio del 2018; a un cliente avrebbe venduto almeno 66 grammi di cocaina, per un guadagno totale di 11mila euro, secondo il calcolo fatto dalla Procura della Repubblica di Macerata. A maggio del 2018, poi, Gaudiano avrebbe reperito a credito a Foggia, da persone rimaste sconosciute, una scorta di tre chili di marijuana, e l’avrebbe poi data a Migliorini e Fidani, affinché la spacciassero tra Civitanova e Porto San Giorgio, dando anche loro indicazioni sul prezzo da tenere alto, per non deprimere il mercato degli stupefacenti in quelle due piazze. Ieri mattina, per i quattro, si è tenuta l’udienza preliminare, in tribunale a Macerata, al termine della quale il giudice Giovanni Manzoni ha disposto per tutti il rinvio a giudizio, come chiesto dal pubblico ministero Enrico Riccioni. La prima udienza per gli imputati è stata fissata al 2 febbraio dell’anno prossimo. Gli imputati, che sono difesi dagli avvocati Simone Santoro, Luigi Boschi, Ferdinando Manzotti, Stefano Chiodini e Francesco Iacopini, respingono le accuse e nel corso del giudizio potranno anche respingere la ricostruzione – fatta dall’accusa – in merito alle loro attività.