Trasferiti gli ultimi pazienti da Camerino

Dopo la terapia intensiva, svuotata anche l’ortopedia Covid. Dopo 82 giorni l’ospedale si prepara al ritorno alla normalità

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Chiuso l’ospedale Covid di Camerino: dimessi ieri gli ultimi pazienti. Si parla, finalmente, di quando potrà iniziare la sanificazione anche per la struttura ospedaliera camerte, dopo 82 giorni di intensa attività per contrastare l’avanzata del virus. Dopo il trasferimento, giovedì, dell’ultimo paziente di terapia intensiva, ieri è stata chiusa anche l’ortopedia Covid. L’ospedale era stato il primo in regione a essere riconvertito totalmente in centro Covid, in quei primi giorni di marzo in cui il contagio sembrava inarrestabile, mettendo a serio rischio la tenuta del sistema sanitario regionale. Quella pomeriggio dell’8 marzo probabilmente i camerti e gli abitanti dell’entroterra, gli operatori e i pazienti, lo dimenticheranno con difficoltà; in poche ore infatti era piombata sull’intera comunità dell’entroterra la notizia che il presidio sanitario punto di riferimento per un intero territorio terremotato veniva spogliato di tutti i suoi servizi per accogliere i pazienti infetti dal coronavirus che gli ospedali di Marche Nord non riuscivano più a contenere. Una notizia arrivata non senza scatenare le polemiche in un territorio che dal terremoto del 1997 è stato abituato a vedersi togliere e mai più restituire. Soprattutto la preoccupazione era per il futuro dell’ospedale. "Abbiamo fatto un grande sacrificio nonostante stessimo già affrontando l’emergenza sisma – ha affermato l’ortopedico Stefano Sfascia, assessore alla sanità del Comune di Camerino –. Tutto il personale medico e infermieristico, gli operatori, gli addetti alle pulizie non si sono tirati indietro e hanno dato il massimo. In poche ore ci siamo visti riconvertire l’ospedale non senza le preoccupazioni nel dover affrontare una situazione totalmente sconosciuta. Come amministrazione comunale abbiamo contestato alla Regione le modalità con le quali avevano comunicato questa decisione alla popolazione. Adesso però, passata questa bufera, finalmente possiamo guardare avanti". Il 4 giugno dovrebbe iniziare la sanificazione che prevederà anche qualche piccola manutenzione come la sostituzione dei filtri dell’aria e intorno al 15 si dovrebbe ricominciare ad erogare i servizi sanitari ordinari. "Dobbiamo renderci conto che sarà comunque un ritorno alla normalità graduale – ha aggiunto Sfascia –, dettato in primo luogo dalle nuove regole anticontagio che dovranno essere seguite e che rallenteranno il riavvio della normale attività chirurgica. Bisognerà anche garantire la distanza minima di un metro e mezzo tra i posti letto e seguire tutti i protocolli in vigore. Il nostro ospedale ha dimostrato anche in questa circostanza di che pasta è fatto e la qualità umana di tutti coloro che vi lavorano. Ne siamo orgogliosi".