PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

Trovati morti nella villa. I parenti dei Canullo:: "Tutti prosciolti?. Scelta che sorprende"

Gli avvocati: "Ora valuteremo come procedere, vogliamo approfondire". I difensori di medico, agente e operatore del 118: "Grande tristezza,. ma tutti hanno agito in modo scrupoloso: è stata una tragica fatalità".

Trovati morti nella villa. I parenti dei Canullo:: "Tutti prosciolti?. Scelta che sorprende"

Trovati morti nella villa. I parenti dei Canullo:: "Tutti prosciolti?. Scelta che sorprende"

"Valuteremo come procedere, per ora non abbiamo preso alcuna decisione". Gli avvocati Gianluca Paracciani e Giada Colotti assistono il fratello e la sorella di Angela Maria Moretti, una delle tre persone, con il marito Eros Canullo e il figlio Alessandro, ritrovate senza vita nella loro villa il 6 settembre del 2021. Per quel fatto, in un primo momento erano stati indagati un medico, un operatore del 118 e un agente di polizia, ma nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminari Daniela Bellesi, accogliendo la richiesta della procura, ha archiviato l’indagine, ritenendo che non ci fossero responsabilità. "Siamo stati sorpresi – commentano gli avvocati Paracciani e Colotti –. La motivazione del gip è molto articolata, ma elementi fondamentali della decisione sono stati la vegetazione incolta intorno alla villa, l’idea che la richiesta di aiuto potesse essere stata uno scherzo, e i fraintendimenti sulla richiesta di aiuto: non ci sembrano tali per condividere il proscioglimento. Sia noi, sia il difensore di un nipote delle vittime avevamo chiesto di acquisire protocolli e regolamenti operativi del 118 e della Volante, per valutare se la condotta fosse stata in linea con le prassi del soccorso emergenziale. Su questo aspetto non ci sembra ci sia stata una presa di posizione concreta. Vedremo come procedere a questo punto". Agli atti risulta che il fratello di Angela Maria Moretti avesse contattato il Comune, per segnalare le condizioni dei tre: un ottantenne rimasto solo a prendersi cura di moglie e figlio invalidi. Il colloquio con i servizi sociali però non ci sarebbe stato perché il fratello, che vive negli Usa, non si sarebbe presentato all’incontro online. "Però emerge che, sia dal fratello sia da un amico della famiglia, c’erano state segnalazioni ai servizi sociali. Lo rileva anche il gip. C’erano stati degli impulsi, e anche su questo ci riserviamo approfondimenti".

Si sono tolti un peso dal cuore invece i tre indagati, che con grande dispiacere avevano vissuto l’inchiesta, sicuri di aver fatto il possibile, ma comunque addolorati dalla vicenda. "Il tribunale e prima ancora l’ufficio del pubblico ministero hanno operato una attenta ed equilibrata ricostruzione dei fatti, pur dinanzi a una indiscutibile tragedia familiare e umana – commenta l’avvocato Gabriele Cofanelli, che assisteva il medico intervenuto sul posto –. Da quanto emerso, il medico si era attivato con assoluto scrupolo e in base alle informazioni per cercare di riscontrare le richieste di aiuto e localizzare i luoghi, ma purtroppo una serie di concomitanti e sfortunate circostanze hanno disorientato l’attività. Il dottore, che ha sempre confidato nella magistratura, ha visto riconosciuta la correttezza del suo operato e può tornare a sentirsi libero". "Il decreto è articolato e ben motivato – aggiunge l’avvocato Giorgio Di Tomassi, difensore dell’operatore del 118 –. Il mio assistito ha agito in maniera diligente, del resto nell’ambiente è conosciuto per essere molto scrupoloso. Il dato importante nella ricostruzione dei fatti è che, una volta arrivato l’equipaggio sul posto, per l’operatore al 118 l’intervento era in corso in modo regolare, non ha avuto altre comunicazioni. Solo mesi dopo ha scoperto cosa fosse successo. Il giudice ha ricostruito le difficoltà di parlare di Alessandro Canullo, la difficoltà nel localizzarli. Chi gli ha passato le consegne sulla richiesta di soccorso, gli ha parlato di due persone in strada. Umanamente, è stato molto dispiaciuto. Ma rimproveri specifici non gli possono imputare". "L’estraneità del capo pattuglia della Volante emerge in modo nitido – conclude l’avvocato Paolo Rossi, difensore del poliziotto con il collega Giampaolo Cicconi –. Alla polizia era stato detto di individuare due persone svenute in strada. Nessuno mai ha detto agli agenti che la chiamata era stata geolocalizzata, che si era individuato il numero fisso. Le operazioni sono state con scrupolo. Non si può non provare compassione e tristezza per quanto accaduto, è sconvolgente. Ma è stata una disgrazia".