
Macerata, 29 marzo 2023 – Sono un migliaio le denunce presentate ogni anno per truffa in provincia, poco meno di tre al giorno in media. "Un reato difficile da fronteggiare, e uno tra i pochi in aumento in questi anni" ha spiegato il procuratore Giovanni Narbone, nel corso di un incontro in prefettura su questo tema. Spesso, ma non sempre, le vittime sono anziani, per questo dalla prefettura è arrivato l’input di realizzare una brochure da distribuire, semplice e chiara, per mettere in guardia dai raggiri più comuni ed evitare che si realizzi il danno, soprattutto perché poi recuperare è difficile.
Ieri mattina, l’iniziativa è stata presentata dal prefetto Flavio Ferdani, affiancato dal vescovo Nazzareno Marconi, dal sindaco Sandro Parcaroli, dal questore Vincenzo Trombadore, dal comandante provinciale dell’Arma Nicola Candido, dal comandante provinciale della Guardia di finanza Ferdinando Falco, dal vice dirigente del Centro operativo sicurezza cibernetica Giovanni Bonomo, e dal procuratore Giovanni Narbone.
Quest’ultimo ha fornito i dati sul fenomeno. "Riceviamo ogni anno circa 500 denunce per truffa a carico di noti, il 10 per cento di tutte le iscrizioni di reati. Altrettante sono quelle a carico di ignoti. L’anno scorso, per essere precisi, sono state 456 le denunce a carico di noti, con 600 indagati. Nel 2021 ne avevamo avute 465 a carico di noti, e 372 di ignoti. I denunciati sono soprattutto italiani. Moltissime sono le truffe con le carte Postepay. Oppure c’è chi vende una bici a cento euro, e si ritrova ad aver pagato 2.500 euro. Applicare misure cautelari è difficile, perché le pene previste per questo reato sono basse, e quindi non è consentito l’intervento cautelare che ci vorrebbe, invece, per truffatori spesso seriali. Quando si ricostruisce il meccanismo, si scopre che lo stesso truffatore ha querele da mezza Italia".
Solo in alcuni casi più gravi sono ammessi interventi preventivi, "ma solo per tre mesi. Con le truffe online poi ci sono difficoltà operative: spesso ci si confronta con meccanismi che transitano su piattaforme all’estero, diventa necessaria la rogatoria internazionale e le cose si complicano". "Numerose – ha aggiunto il dirigente del Cosc Bonomo – sono le truffe che usano la storia dell’incidente o dell’arresto del figlio o nipote, per il quale si chiedono soldi agli anziani. Oppure ci sono le truffe sentimentali: le persone si innamorano davvero di una persona che vive all’estero, e continuano a mandarle soldi. Frequenti infine le truffe con Forex, con investimenti che fanno sparire i soldi all’estero".
"Per questi motivi – ha concluso il procuratore Narbone -, vogliamo esserci anche noi con le istituzioni presenti a questo tavolo. La società civile e il mondo religioso possono molto, per la vicinanza alle potenziali vittime predilette di questi soggetti. È importante il contrasto preventivo, ed è utile che sia stata coinvolta l’autorità giudiziaria. Mai come in questi casi la risposta deve essere a 360 gradi, puntando sulla prevenzione, condividendo il patrimonio di esperienze".