Tumore alla mammella malattia sociale, ma guarigioni arrivate al 90%

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"Ogni anno affrontiamo 320 nuovi casi di tumore della mammella, un numero molto elevato in una regione che ne conta circa 1.300. Nel 2021 abbiamo seguito oncologicamente 450 casi. Il nostro obiettivo è quello di diventare sempre di più un’eccellenza, e ciò è possibile solo mettendo al centro il paziente". E’ quanto affermato da Nicola Battelli, direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia all’ospedale di Macerata, nell’incontro svoltosi nell’aula magna del comune di Recanati, nel corso del quale è stato evidenziato che "il traguardo è all’orizzonte". Se è vero, infatti, che il tumore alla mammella è molto diffuso (colpisce una donna su otto), è altrettanto vero che nel 90% dei casi si riesce a guarire. Come e perché lo hanno spiegato lo stesso Battelli e Paolo Decembrini Cognigni, responsabile dell’Unità semplice dipartimentale di Senologia Interventistica dell’Area Vasta 3. "Con Decembrini abbiamo deciso di affrontare un argomento che è forse il più importante per il genere femminile - ha spiegato Battelli -. Una malattia che possiamo considerare della famiglia, una malattia sociale. La cosa che mi preme sottolineare è che circa il 90% di queste donne oggi può guarire definitivamente, grazie all’azione congiunta di oncologi, radiologi, radioterapisti, patologi e medici di medicina generale. Sono proprio questi ultimi, poiché conoscono sia la storia della paziente che della sua famiglia, i primi a svolgere un ruolo fondamentale, poiché nel caso di precedenti possono invitare a fare un test genetico per verifi¬care la predisposizi¬one o meno al tumore alla mammella". "La chirurgia viene considerata la parte peggiore della terapia del tumore mammario, ma oggi assistiamo a modificazioni concettuali e strutturali fenomenali - ha evidenziato Decembrini -. Si è passati dalla asportazione di tutta la mammella ad una aggressività molto più limitata, grazie ai progressi della tecnica e al lavoro di squadra dei professionisti. Non c’è più l’équipe chirurgica, ma quella multidisciplinare". Importante contributo da parte del professor Paolo Veronesi dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. "Il tasso di incidenza di guarigione continua ad aumentare, grazie alla diagnosi precoce e a trattamenti sempre più mirati ed efficaci. Da un punto di vista della chirurgia, negli ultimi cinquant’anni sono stati fatti enormi progressi". Ma decisiva resta la prevenzione, che consente una diagnosi precoce. "Oggi i trattamenti medici sono sempre più innovativi ed efficaci, tanto che in un futuro non lontano possiamo pensare ad una chirurgia sempre meno invasiva, se non addirittura ad una guarigione completa solo con la terapia medica" ha concluso Veronesi.

Franco Veroli