Ultras Juve, un arresto a Corridonia

In manette è finito Salvatore Cava. "È il braccio destro del capo dei Drughi"

La polizia ha sequestrato parecchio materiale nel corso dell’inchiesta

La polizia ha sequestrato parecchio materiale nel corso dell’inchiesta

Corridonia (Macerata), 17 settembre 2019 - È stato arrestato a Corridonia Salvatore Cava, ritenuto il braccio destro del boss della cupola juventina. Gli agenti della questura di Torino, accompagnati dai colleghi di Macerata, lo hanno bloccato lunedì pomeriggio e lo hanno portato in carcere a Montacuto dove, probabilmente domani, sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Sarà difeso dall’avvocato Giancarlo Giulianelli. L’inchiesta ha scoperchiato una «pesantissima attività estortiva» – come l’ha definita il gip di Torino Rosanna Croce (il video delle indagini) – ai danni della Juventus.

Con l’ordinanza di custodia cautelare è finito Dino Mocciola, il «presidente», leader dei Drughi con un curriculum criminale di tutto rispetto: una condanna per l’omicidio di un carabiniere durante una rapina, 4 daspo, la sorveglianza speciale per esser stato interlocutore privilegiato di esponenti della ‘ndrangheta interessati al business dei biglietti per le partite della Juve. Con lui, sono stati arrestati i suoi colonnnelli, tra cui appunto Salvatore Cava detto Corona, poi Sergio Genre e Domenico Scarano, e il lanciacori Luca Pavarino. Sarebbe stato lui a far partire gli insulti contro Koulibaly in Juve-Napoli, costati un turno di chiusura della curva e 10mila euro di multa alla società.

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Ma ci sono anche Umberto Toia, Roberto Drago e Fabio Trincherio, Cristian Fasoli e Giuseppe Franzo. Quest’ultimo, con Fasoli, Trincherio, Drago e Toia, avrebbe incontrato il 7 giugno 2017 Alberto Pairetto, responsabile dei rapporti con i tifosi per la società, la cui denuncia farà partire l’inchiesta. Pairetto ha raccontato il colloquio con gli ultrà alla notizia che non ci sarebbero più stati favori, dopo che la questura aveva detto alla società che non avrebbe accettato più biglietti gratuiti per gli striscionisti, pena sanzioni pecuniarie e sportive.

«Allora si torna ai vecchi metodi» avrebbero risposto i tifosi. Quali? Proteste fuori dallo stadio, disturbo degli allenamenti, fumogeni in campo e cori razzisti, così da far sanzionare la Juve. Al secondo incontro, il 21 giugno, Cava avrebbe portato le richieste del «presidente»: 25 biglietti a gruppo, un borsone con materiale sportivo, inviti alle feste istituzionali. La conversione viene intercettata: «L’andate a pagare questa cosa – sono frasi attribuite a Cava –, non scherzate troppo se siete quotati in borsa».

Tra i capi ultrà, spiega il gip nell’ordinanza, vi era «un accordo diretto a controllare le azioni poste in essere nel corso delle partite giocate dalla Juve, un cosiddetto cartello» creato dai gruppi per imporre la loro «forza intimidatrice». Che non risparmiava nessuno: società, tifosi normali e anche altri gruppi organizzati.

Il presidente bianconero Andrea Agnelli ha parlato chiaramente in procura: la denuncia di Pairetto è stata un «punto di rottura» con il passato. «Alle loro richieste – ha fatto mettere a verbale – la società è stata costretta ad aderire, consapevole delle possibili conseguenze negative come cori razzisti ed altre condotte idonee a comportare sanzioni pecuniarie, squalifiche o la chiusura della curva». Il gruppo è accusato di associazione a delinquere finalizzato all’estorsione: un racket dei biglietti dell’Allianz Stadium.