Accusato di aver tormentato, vessato e picchiato la compagna, per un anno ha dovuto indossare il braccialetto elettronico, per evitare che si riavvicinasse a lei. Ma ieri mattina in tribunale le accuse contro di lui, un 35enne di origini campane residente a Civitanova, sono cadute e l’uomo è stato assolto.
L’accusa riguardava fatti che sarebbero avvenuti dall’aprile all’ottobre 2023. La donna aveva parlato di una gelosia oppressiva subita dal compagno, che l’avrebbe presa anche a pugni e schiaffi sul volto. L’uomo le avrebbe distrutto il telefonino, ordinandole di usare solo il suo, per controllarla. E poi avrebbe dissipato il sussidio di disoccupazione per giocare alle slot machine e comprare alcolici. Ancora, la donna sarebbe stata minacciata dal compagno e anche dalla madre di lui, che le avrebbero detto che le avrebbero fatto togliere la figlia. Questa serie di comportamenti avrebbe spinto lei a denunciarlo. Dopo queste accuse, all’uomo era stato imposto il divieto di avvicinamento con il braccialetto elettronico.
Nel processo in tribunale a Macerata la donna – che non si era costituita parte civile – aveva confermato le accuse con una deposizione che era stata anche piuttosto difficile per lei. Le sue parole erano state però smentite dall’ex compagno, che aveva negato tutto, e dalla madre di lui, che aveva vissuto con la coppia e aveva assicurato che non c’erano mai stati maltrattamenti.
Ieri, nell’ultima udienza del processo, il pm Francesca D’Arienzo ha depositato il casellario giudiziale della madre dell’imputato, con diversi precedenti, e ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per l’uomo, ritenendo del tutto provata l’accusa. L’avvocato difensore Tiziano Luzi, invece, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato, indicando le contraddizioni in cui sarebbe caduta la donna nel raccontare le vessazioni subite, e ribadendo che non c’erano prove di quanto dichiarato da lei, che quando aveva chiamato i carabinieri in casa aveva solo protestato per la presenza della suocera. Ha inoltre fatto presente quanto il braccialetto elettronico avesse penalizzato il 35enne, che si era trovato in difficoltà nel cercare un lavoro.
Alla fine il giudice Domenico Potetti ha condiviso la ricostruzione della difesa e ha assolto l’imputato con la formula più ampia, non ritenendo provate le accuse mosse contro di lui.