Un litigio in casa gli costa il rientro dietro le sbarre

Maccioni, finito nei guai per diverse vicende, aveva ottenuto l’affidamento in prova ed era vicino al ritorno in libertà: ora dovrà scontare tutta la pena in carcere

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di Paola Pagnanelli

Torna in carcere Alessandro Maccioni, il maceratese finito nei guai numerose volte dalla metà degli anni Novanta per vicende di vario tipo legate a night, ristoranti e commercio di auto. Ad arrestarlo ieri è stata la polizia. Questa volta, a farlo finire nei guai è stata una donna. Maccioni, 53 anni, ha dovuto scontare in passato numerose condanne. Ma ormai era arrivato quasi alla fine del suo lungo calvario, e difeso dall’avvocato Gianluca Gattari aveva ottenuto la misura alternativa dell’affidamento in prova, aveva lasciato il carcere e si era trovato un lavoro. Entro la fine dell’anno, avrebbe chiuso il suo conto con la giustizia e, volendo, avrebbe potuto provare a dare una svolta alla sua vita. Ma negli ultimi tempi, il maceratese ha iniziato a frequentare una donna, anche lei maceratese. Martedì infatti la polizia è stata chiamata a casa della donna, perché era in corso una discussione piuttosto accesa. All’arrivo degli agenti, lui avrebbe detto che era tutto a posto, che si era trattato solo di un banale litigio e che non c’era motivo di preoccuparsi. Lei invece, quando poi era rimasta sola con i poliziotti, avrebbe detto di essere stata schiaffeggiata dal compagno, che più volte si sarebbe mostrato aggressivo e minaccioso nei suoi confronti. In realtà, la litigiosità della coppia era stata già segnalata all’ufficio esecuzione penale esterna di Macerata, che sorveglia i soggetti a cui è concesso di scontare le condanne fuori dal carcere con l’affidamento in prova. Maccioni era stato chiamato dal giudice di sorveglianza a dare chiarimenti in merito a quelle segnalazioni: il 53enne aveva sostenuto che la situazione fosse del tutto tranquilla, spiegando le difficoltà della donna. Aveva escluso nel modo più assoluto di aver mai alzato le mani su di lei. Ma sebbene negli ultimi anni l’uomo abbia sempre rigato dritto, alla fine il giudice di sorveglianza Enrica Olivieri non ha ritenuto credibili le parole di Maccioni, e alla luce delle dichiarazioni della compagna ha revocato l’affidamento in prova. Venerdì dunque la polizia si è presentata in casa del maceratese, per accompagnarlo in carcere a Fermo, dove ora finirà di scontare i residui di pena rimasti per le vicende del suo passato.