"Un termovalorizzatore per smaltire i rifiuti"

La ricetta dell’imprenditore Guzzini: quello sulla discarica è un dibattito di retroguardia, seguiamo l’esempio di Copenaghen.

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"A mio avviso la discussione in atto tra i Comuni della provincia per individuare il sito di una discarica di appoggio all’attività del Cosmari è di retroguardia. E sconta un vecchio approccio al problema. Non possiamo continuare ad interrare i rifiuti come facevano i nostri nonni". Adolfo Guzzini, imprenditore, presidente emerito della "I Guzzini Illuminazione" interviene sulla questione perché, dice "amo il mio territorio", ma anche perché "sono fermamente convinto che al giorno d’oggi la tecnologia ci consenta di superare soluzioni tradizionali, ormai desuete, a vantaggio di uno sviluppo sostenibile".

Perché è sbagliato l’approccio al problema?

"Perché si parte ancora dall’idea che i rifiuti siano qualcosa da smaltire. I rifiuti sono una risorsa. Bisogna iniziare da qui, senza scelte pregiudiziali, per ottimizzarla, questa risorsa".

In provincia abbiamo già un’elevata raccolta differenziata...

"Lo so. Questa è una delle direttrici lungo le quali muoversi, accentuando e organizzando sempre più l’educazione ambientale, sviluppare una cultura del recupero e del riciclo a partire dalle scuole, fin dai bambini. Ma c’è altro da fare. So di toccare un fattore sensibile, ma bisogna avere il coraggio di farlo. La termovalorizzazione non è una strada che si può escludere ideologicamente, può essere, invece, molto utile".

La linea attuale, almeno in provincia, è diversa. L’inceneritore è stato definitivamente spento. E, poi, ci sono sempre i rischi d’inquinamento…

"L’inceneritore che è stato spento era del tutto obsoleto. Oggi esistono impianti tecnologicamente molto più avanzati che non comportano alcun rischio per l’ambiente, addirittura ad emissioni quasi zero".

Lei dice?

"iGuzzini Illuminazione ha fornito gli apparecchi d’illuminazione architettonica e di arredo urbano per l’impianto di termovalorizzazione costruito nel pieno centro di Copenaghen. L’impianto è multifunzionale, riceve e tratta i rifiuti da circa 550mila residenti e 45mila aziende e fornisce materiali riciclati, elettricità e teleriscaldamento alla città per soddisfare le esigenze future del territorio fornendo elettricità a basse emissioni di carbonio a mezzo milione di persone e riscaldamento a 140mila famiglie. Non solo. Coniuga sostenibilità ambientale, attività ricreative ed educative, affermandosi come il nuovo landmark architettonico della capitale danese".

In che senso?

"Se forni e turbine convertono oltre 440mila tonnellate di rifiuti in energia pulita (con emissioni al minimo), sul tetto dell’impianto si staglia una pista da sci in grado di ospitare 200 persone in contemporanea. Le necessità tecnologiche della centrale elettrica hanno contribuito infatti a creare la variegata topografia di una montagna artificiale. I tracciati sciistici prevedono diverse difficoltà, la pista nera della stessa lunghezza di un half pipe olimpico, un percorso di slalom e, alle quote più basse, piste adatte ai principianti e ai bambini. Quanto ai servizi, skilift, tapis-roulant ed ascensore di vetro consentono di raggiungere la cima della "collina", dove c’è un punto di ristoro e il noleggio di sci e scarponi".