Un viaggio da brividi tra gli orrori del nazismo

I ragazzi colpiti dalla mostra "La fabbrica della morte di Hitler": in esposizione il sapone fatto con grasso umano, foto, lettere e armi

Un viaggio da brividi tra gli orrori del nazismo

Un viaggio da brividi tra gli orrori del nazismo

Quest’anno per commemorare la Giornata della Memoria gli alunni delle classi terze hanno visitato la mostra intitolata "La fabbrica della morte di Hitler" che è stata allestita nelle sale del Comune di Montecosaro. All’entrata siamo stati accolti da Fabrizio Quattrini, presidente del Centro studi montecosaresi, il quale ci ha illustrato brevemente le caratteristiche della mostra e ci ha divisi in piccoli gruppi per poter entrare in modo scaglionato.

L’esposizione era costituita da tre stanze: nella prima c’erano diverse fotografie raffiguranti la classificazione degli ebrei e anche una carta geografica dell’Europa Centrale dove erano state indicate le posizioni dei vari campi di concentramento nazisti.

La seconda stanza aveva altre fotografie appese alle pareti, che raffiguravano le pessime condizioni in cui erano costretti a vivere gli ebrei. Al centro della stanza erano posizionati due registri con i nomi degli ebrei morti, le lettere e le cartoline delle persone rinchiuse nei campi di sterminio. Inoltre c’erano anche degli oggetti relativi alla Seconda guerra mondiale, che sono stati trovati nel campo di sterminio, tra cui una mitragliatrice, degli stivali fatti addirittura con i capelli degli ebrei, l’aquila nazista, la carta di identità di un ebreo e pure un fodero di una pistola nazista.

Nella terza stanza, in una teca, era custodito il sapone Rif ("Reichsstelle fr Industrielle Fettversorgung", cioè "Centro del Reich per la produzione industriale di grasso"), fatto con grasso umano, e al centro era situata una panca di legno con sopra dei libri scritti da ebrei sopravvissuti al genocidio.

La mostra è stata molto toccante per tutti i ragazzi che sono rimasti particolarmente colpiti da quanto hanno potuto vedere nelle foto, soprattutto quelle che rappresentavano corpi di ebrei morti ammassati a formare dei mucchi come se fossero spazzatura.

Marco Sciamanna

e Giulia Cataldi, III B