FRANCO VEROLI
Cronaca

Una giornata per i bimbi prematuri: "Mancano i pediatri, è emergenza"

Oggi le iniziative dedicate ai neonati più fragili. La primaria Fornaro: cure di qualità nonostante le carenze di organico

Una giornata per i bimbi prematuri: "Mancano i pediatri, è emergenza"
Una giornata per i bimbi prematuri: "Mancano i pediatri, è emergenza"

"Celebriamo una festa consapevoli che in tante parti del mondo, a causa della guerra o del disagio economico, tanti bambini e bambine non hanno accesso alle cure necessarie, gli viene negato il diritto alla salute. Un pensiero che ci deve accompagnare sempre". Martina Fornaro, direttrice del reparto di Pediatria all’ospedale di Macerata, in occasione della Giornata mondiale della Prematurità, in programma oggi e giunta alla sua quindicesima edizione, sottolinea come a tutti i piccoli si debba prestare la massima attenzione e garantire ogni cura, in particolare a quelli che vengono al mondo prima del tempo.

Dottoressa, quale è il significato di questa giornata?

"È un giorno speciale in cui genitori, sanitari, volontari e istituzioni si uniscono attorno ai neonati più piccoli e fragili, per richiamare l’attenzione sulle loro necessità e migliorarne l’assistenza. Il colore simbolo di questa giornata è il viola, quello che illuminerà l’Arena Sferisterio. Quest’anno, però, abbiamo voluto aggiungere l’iniziativa "Racconti dalle culle", patrocinata dal Comune, che ringrazio, in programma lunedì pomeriggio nella biblioteca Mozzi – Borgetti. Operatori sanitari e famiglie racconteranno la loro esperienza della prematurità. Ci sarà anche l’associazione "Nati per leggere Macerata", mentre l’associazione "Cuore di maglia" ha donato, come fa periodicamente, un pacco pieno di copertine, cuffiette, calzettoni e altro, tutto rigorosamente ricamato a mano"

Quanti sono i prematuri?

"In Italia circa 30mila, vale a dire il 7% rispetto al totale dei nati. Per quanto riguarda l’ospedale di Macerata, nel 2022 sono stati 76, il 6% del totale. Di questi, 70 hanno fatto registrare un peso inferiore ai 2,5 chili, e 18 un peso compreso tra uno e due chili. Quelli di cui ci facciamo carico sono i nati oltre le 32 settimane, diciamo i casi meno gravi; degli altri, secondo un sistema oliato e consolidato, si occupa l’ospedale di Ancona".

In che modo assistete questi bambini?

"Seguendo protocolli e attuando metodiche consolidate, in continuo perfezionamento, e sempre di più insieme alle famiglie. L’ospedale di Macerata garantisce un servizio di eccellenza. Nella patologia neonatale abbiamo le nostre sei incubatrici, più quattro lettini, una stanza più ampia per i più grandicelli, camere dedicate alle mamme, "alloggiate" in reparto nei limiti delle disponibilità. Il rapporto con le famiglie è importantissimo, perché queste vanno accompagnate e sostenute nella conoscenza del figlio; come lo è il contatto precoce "skin to skin", pelle a pelle, tra madre (ma anche padre) e bambino, che può avvenire, con i dovuti accorgimenti, già nell’incubatrice".

Come siete messi a personale?

"La carenza dei pediatri è un’emergenza nazionale. Attualmente in reparto operano cinque dirigenti medici, uno dei quali è una specializzanda, più la sottoscritta, cinque in meno rispetto a quanto previsto in organico. Da un po’ di tempo siamo supportati da tre medici inviati da cooperative private che ci danno una mano preziosa. Certo, serve più personale. Nonostante questo, però, grazie allo straordinario impegno di tutti, riusciamo a garantire un servizio di elevata qualità".