Nel Corso di Antropologia culturale, della prestigiosa Università Ca’ Foscari di Venezia, è stata discussa una tesi (laurea magistrale) sul professor Silvio Zavatti, esploratore e fondatore del Museo Polare a Civitanova, annesso alla biblioteca comunale inaugurata nel 1969, all’ultimo piano di Palazzo Sforza e del Teatro Rossini. Titolo esatto: "Nella terra dei sogni lontani: Silvio Zavatti in Groenlandia. Analisi di un modello etnografico: preparazione del campo, metodologia,scrittura". Autrice Serena Tronchin. Relatore il professor Gianluca Ligi, correlatore il Francesco Vallerani. Indirizzata dal suo professore Ligi, Tronchin è stata affascinata dalla personalità di Zavatti (viveva a San Marone), dai suoi studi e viaggi specialmente in Groenlandia, per cui l’anno scorso ha raggiunto Civitanova per acquisire il materiale di studio, parlare con Renato, figlio di Zavatti, Presidente dell’associazione Amici del Polo, Cesare Censi per molti anni Direttore della rivista omonima. Ha visitato anche la sede attuale del Museo a Palazzo Paccaroni di Fermo. "Con la mia tesi – ha detto la neo-dottoressa Tronchin – ho cercato di creare una sorta di conversazione, un dialogo con Zavatti, attraverso lo studio dei suoi testi, dei diari di viaggio, delle riflessioni annotate e delle fotografie scattate durante la spedizione groenlandese, nonché attraverso la lettura degli oggetti raccolti, scelti, catalogati ed esposti al Museo da Zavatti, studiando il suo metodo etnografico".
"La scintilla – aggiunge – è scattata in me leggendo il libro "Il misterioso popolo dei ghiacci" (Longanesi, 1977), unico libro scritto sugli Inuit da un italiano, frutto delle ricerche dirette di Zavatti. Questo mio lavoro per la tesi è un viaggio circolare nella memoria, che inizia con Zavatti, l’Italia, la Groenlandia, gli eschimesi incontrati dall’esploratore nel 1963 ad Angmagssalik, passando attraverso la sua famiglia, gli amici e gli studiosi".
Ennio Ercoli