Il sorriso di Mauro Marzi si è spento per sempre: il dipendente dell’Università di Macerata aveva solo 65 anni, da poco più di un anno lottava contro un brutto male che non gli ha lasciato scampo. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto immenso tra i familiari, gli amici, i colleghi e tutti quanti lo hanno conosciuto e stimato. In passato i suoi genitori avevano il bar in corso Cairoli: Mauro si è dedicato alla pallavolo, sua grande passione, con diverse società, fino ad arrivare alla Lube, ma tanto si è speso anche per il sindacato e per il suo lavoro. "È con grande tristezza che abbiamo appreso dell’improvvisa e prematura scomparsa del nostro collega Mauro Marzi – così il rettore Unimc, John McCourt, in un messaggio affidato ai social –. Al figlio e a tutti i suoi cari l’abbraccio sentito di tutta la comunità universitaria. Ci mancherai tanto".
"Non è facile trovare le parole – la premessa di Albino Massaccesi, dirigente nazionale della Lega Volley e vicepresidente della Lube –. Mauro ha iniziato con me a 14 anni, quando l’ho conosciuto io allenavo. L’ho visto crescere. L’abbiamo avuto come giocatore per moltissimi anni, poi come allenatore delle giovanili e in serie A. Era con noi quando abbiamo vinto la Champions ed è stato con noi tanto, fino al 2004, mi sembra. Avevamo un rapporto molto intimo, familiare. La sua famiglia è stata un po’ anche la nostra famiglia, giocava con mio figlio, per capirci – ricorda Massaccesi –. Si viveva dentro il bar Marzi. Negli ultimi anni ci siamo allonanati solo perché facevamo lavori con orari molto diversi". "A. S. Volley Lube piange un autentico uomo di sport e una figura significativa nel percorso del Club – così la società in una nota –. Da tempo malato, a 65 anni si è spento Mauro Marzi, tra i primi punti di riferimento nella storia della società. In principio da giocatore, nei primissimi anni di attività del sodalizio biancorosso, poi da tecnico delle giovanili cuciniere, fino ad affermarsi come secondo allenatore della Lube in Serie A nelle stagioni 1995-96 e 2000-01".
Commovente il messaggio che gli ha voluto dedicare l’istituto Confucio: "Ciao Mauro. Finché Atahualpa, o qualche altro dio, non ti dica descansate nino...che continuo io. Grazie. Grazie per questo cammino fatto insieme. Grazie per non aver mai visto il problema, ma solo la sua soluzione. Grazie per la tua straordinaria, appassionata, tempestosa, pazienza. Grazie per esserti innamorato di ogni studente che abbia varcato la nostra soglia e grazie per averci aiutato, tutti, sempre. È facile dire che il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito, ma il percorso dal dito alla luna è lungo e tortuoso e ogni volta che sorridendo ignari indicavamo la luna, tu pazientemente preparavi lo zaino e ci aiutavi a metterci in marcia. Senza di te ogni orizzonte sembra ora più lontano". "Per quasi 20 anni abbiamo lavorato insieme dal punto di vista sindacale, anche se con qualche intervallo – lo ricorda alberto Cicarè, suo collega di Unimc –, eravamo diventati amici. Veniva chiamato per risolvere problemi informatici, sembrava burbero a un primo impatto ma era proprio l’opposto, sempre molto disponibile. In sede contrattuale era capace di imporsi, sempre. Stravedeva per suo figlio. Quando ha scoperto la malattia, l’ha vissuta in modo riservato, era consapevole che le speranze purtroppo erano poche. Mancherà a tutti noi". Lascia il figlio Giulio, i suoi cari, gli amici. Il funerale dovrebbe svolgersi domani alle 10 all’Abbadia di Fiastra.