Macerata, 18 settembre 2023 – L’Università sta per acquistare il palazzo della Banca d’Italia in corso Matteotti per quattro milioni: 9mila metri quadrati nel cuore del centro storico per la sede amministrativa, lo sportello dello studente e un residence per ragazzi e docenti universitari, con la possibilità di aprirlo a tutti durante la stagione estiva.
Una parte sarà già operativa l’anno prossimo. Non solo: con questa operazione, il rettore John McCourt punta anche a far rivivere le vetrine vuote dei due negozi che fanno parte dello stabile (in uno dei due potrebbe stare la University Press). Ora, si attende solo il ‘sì’ del ministero dell’Università e della Ricerca, poi "lasciamo il tempo necessario al Demanio per verificare la congruità del prezzo concordato".
Rettore McCourt, quando ha avuto l’idea dell’acquisizione?
"Appena sono stato eletto. È iniziato questo percorso per avere una sede amministrativa Unimc, ora con gli uffici in posti diversi passiamo il tempo a trottare da un edificio all’altro. Abbiamo incontrato Maurizio Cannistraro, capo della sede di Ancona per la Banca d’Italia. Da lì il nostro interesse è arrivato fino a Roma e abbiamo dialogato con Ciro Vacca, capo dipartimento immobili e appalti per la Banca d’Italia. Arrivati al dunque, ho condiviso la proposta con i colleghi del cda e a giugno è passata all’unanimità".
Prossimi passaggi?
"Manca il sì definitivo del ministero guidato da Anna Maria Bernini, abbiamo ottime rassicurazioni in merito. Aspettiamo l’ok da alcuni mesi, ma ormai è in arrivo. Le risorse che usiamo sono quelle del quadro di programma firmato dall’ex rettore Francesco Adornato (in origine destinate all’acquisto dei locali in piazza Pizzarello, ndr). C’era una certa urgenza nel ridestinare i fondi per non rischiare di perderli".
Più volte ha segnalato la mancanza di spazi adeguati per l’ateneo. Com’è la situazione?
"I lavori per il ripristino di diversi dipartimenti procedono, avremo aule a sufficienza. La sede del Rettorato resterà dov’è. Ci manca una sede centrale funzionante ma con la nuova acquisizione saremo a posto. L’Università ha fatto il primo passo, il più impegnativo. Ora serve un progetto con Regione, Provincia e Comune per sistemare l’interno, sarà fondamentale lavorarci tutti insieme. La struttura è in disuso da 14 anni, quindi serviranno vari interventi, ma ci sono parti che potremo usare da subito. Dovremo modernizzarlo, renderlo accessibile ai disabili e operare per il risparmio energetico. Una scelta sostenibile, in linea con la strategia dell’ateneo, sempre attento al green".
Come saranno divisi gli spazi?
"Il palazzo, su cinque piani, si divide in tre parti. Quella più vicina a piazza sarà la sede amministrativa con gli uffici. In quella centrale, gli sportelli che erano della banca diventeranno sportelli dello studente. La terza parte, dove sono i vecchi appartamenti dei dirigenti, sarà un residence. Potremmo ricavare una ventina di camere, per un totale di circa 40 posti letto".
Chi vi potrà pernottare?
"Studenti e docenti visitor, magari però d’estate sarà aperto al pubblico dal momento che c’è una cronica mancanza di posti letto ed è evidente a tutti che questo rallenta il movimento in città. I visitatori vengono, mangiano qui ma poi scappano: non sanno dove dormire. Si sta lavorando anche sul fronte trasporti, un capoluogo dovrebbe essere facilmente raggiungibile. Il centro soffre, ha bisogno di una nuova vita, non può permettersi che una via importante come corso Matteotti stia lì ’a dormire’, con tutti i posti chiusi. Ben vengano feste ed eventi estemporanei, ma sono necessari interventi permanenti".
Ad esempio?
"È sì in atto una valorizzazione del patrimonio culturale, penso ai musei, ma ci vorrebbe che qualche imprenditore si impegnasse per aprire strutture ricettive in centro. Se tutto è in periferia, il cuore di Macerata va a morire e questa è una tragedia che va scongiurata".